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Recensione del pedale Boss BD-2 Blues Driver

Voto: 3/5 - Un overdrive non solo per il Blues! ;)

boss-bd-2-blues-driverIl Boss BD2 Blues Driver è un pedalino overdrive tuttofare della Boss, dedicato esplicitamente a chi suona il genere blues. Questo pedale, prodotto dal 1995 e tuttora in produzione, è stato ben pensato e può essere considerato una versione alternativa del classico Boss OD3 Overdrive; il Blues Driver infatti risulta essere più aggressivo ma anche più chiaro nell'equalizzazione, molto versatile e in grado di interagire bene anche con altri pedalini overdrive o distorsioni.
Può essere alimentato tramite battreria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 13 mA. Se pensi di comprare questo pedale usato allora fai attenzione perché quelli prodotti prima del 1997 richiedono una alimentazione esterna a 12V per poter funzionare ottimamente.
Sebbene a prima vista possa sembrare di semplice configurazione poiché possiede solo 3 potenziometri, capita spesso che al primo utilizzo non si rimanga particolarmente colpiti dal suo suono.. C'è bisogno di tempo per trovare il giusto settaggio e ottenere il massimo della sonorità, consiglierei almeno un'oretta di prove!
A mio avviso il Blues Driver può essere visto anche come una versione alternativa del Boss SD1 Super Overdrive, un altro pedale estremamente versatile, infatti entrambi si comportano abbastanza bene anche come Clean Booster e, visto il loro prezzo, il rapporto con la qualità risulta essere ottimo.

Ti consiglio il Blues Driver se sei un amante degli overdrive e ne stai cercando uno versatile, se ti serve un pedale economico da utilizzare anche come booster e, ovviamente, se il Blues è il genere che ti scorre nelle vene!

Recensione del pedale Boss BF-3 Flanger

Voto: 3/5 - Flanger facile da utilizzare e compatto

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Il Boss BF3 Flanger racciude tre varianti dell'effetto flanger in un pedalino compatto, molto divertenti da usare. Il pedale è stato immesso sul mercato nel 2001 ed è fuori tuttora in produzione. Possiede due entrate jack distinte, una per chitarra e una per basso, ed è fornito di due output nel caso lo si volesse utilizzare in stereo. Gli effetti che possiede sono carini e divertenti da aggiungere ai puliti o ai distorti della chitarra per donare una particolare modulazione al fraseggio o agli accordi che si stanno suonando.
Può essere alimentato tramite battreria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 40 mA.

Nei primi anni in cui mi avvicinai agli effetti per chitarra rimasi molto colpito dal suono tipico del flanger e iniziai ad utilizzare questo pedale. Col tempo però mi resi conto che tendevo ad usarlo sempre meno e che per abbellire il suono preferivo utilizzare il chorus del Whammy oppure il Boss CH1 Super Chorus, quindi lo eliminai dalla pedaliera.

Secondo me non ha nulla da invidiare ad altri pedali più costosi... A confronto con altri flanger come l'MXR M-117R sembra che il Boss risulti essere un po' più aggressivo e freddo, in questo caso la scelta tra i due ricade in base allo scopo a cui sarà destinato il pedale!

Recensione del pedale Boss CS-3 Compression Sustainer

Voto: 3/5 - Un compressore molto criticato, ma che lavora bene

Boss-CS-3-compression-sustainerIl Boss CS3 Compression Sustainer è uno dei più famosi pedalini della Boss, amato e odiato da moltissime persone. Il pedale è stato immesso sul mercato nel 1986 ed è tuttora in produzione. Questo compressore possiede 4 controlli: Level, Tone, Attack e Sustain, rispettivamente la regolazione del volume per bilanciare il suono effettato con quello pulito, la regolazione dei toni per colmare l'inscurimento del suono dovuto alla compressione, la regolazione del tempo entro cui la compressione deve entrare in azione e il rapporto di compressione che si vuole utilizzare. Può essere alimentato tramite battreria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 10 mA. Se pensi di comprare questo pedale usato allora fai attenzione perché quelli prodotti prima del 1997 richiedono una alimentazione esterna a 12V per poter funzionare ottimamente.
Il Boss CS3 lavora abbastanza bene sia su puliti che su distorti, cosa che altri compressori come l'MXR Dyna Comp non fanno, e grazie al potenziometro del Level può anche essere utilizzato per alzare il volume durante gli assoli. E' doveroso fare il paragone con il suo predecessore CS-2, pedale non più in produzione ma che costa il doppio di questo, usato. Essenzialmente manca del potenziometro del tono e quindi scurisce il suono della chitarra più lo si comprime. L'impossibilità di poter intervenire su questo fattore è sicuramente negativa, ma nell'immaginario comune (e soprattutto per il fatto che è stato un pedale utilizzato da David Gilmour) questo è diventato il suo punto di forza. Secondo gli "intenditori" donerebbe un timbro molto bello e caldo.. Cosa che comunque anche il CS3 continua a fare. Se ti trovi nel dubbio, il mio consiglio è di comprare quello nuovo: spendi meno e hai il vantaggio della regolazione dei toni, in più usato lo puoi facilmente trovare intorno ai 50 euro.

Nell'ultimo periodo mi sto avvicinando al mondo dei compressori, ambiente per me ancora poco familiare, dove questo effetto viene solitamente applicato a ritmiche pulite e a generi con sonorità non molto vicine ai miei gusti.. Ho avuto comunque la necessità di acquistarne uno per abbellire qualche riff e ho optato per il Boss CS3 principalmente perché economico. Attualmente lo utilizzo in pedaliera come aiuto per il tapping, posizionato prima della sezione overdtive/distorsioni. Con lui ho la sicurezza di avere sempre la stessa sensibilità di tocco indipendentemente dalle distorsioni o booster che voglio utilizzare.

Recensione del pedale Boss DD-7 Digital Delay

Voto: 3/5 - Delay semplice ed efficace

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Il Boss DD7 Digital Delay è un delay essenziale e facile da utilizzare. Il pedale è stato immesso sul mercato nel 2008 ed è tuttora in produzione. Possiede 3 controlli base ed un potenziometro per sceglie tra delay analogico, modulare (che aggiunge l'effetto chorus al delay) e reverse, in più si può scegliere un certo intervallo di ritardo e perfezionarlo tramite il potenziometro D.Time. E' fornito anche di funzione tap tempo e Hold per creare dei loop, in/out stereo e possibilità di collegargli un pedale di espressione.
Può essere alimentato tramite battreria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 55 mA.

Con il Boss DD7 si hanno a disposizione le funzioni base di un delay di buona qualità senza grandi possibilità di personalizzazione o di salvataggio di preset, cosa che invece troviamo per esempio nel TC Electronic Nova Delay e nello Strymon TimeLine, ma il suo punto di forza si trova proprio nella sua semplicità: se è la prima volta che ti devi cimentare nell'utilizzo di un delay allora il Boss DD7 sarà sicuramente la scelta ottimale per iniziare a sperimentare questo mondo.

Ho utilizzato questo pedale per diversi anni perchè principalmente sentivo necessario aggiungere solo una lievissima ripetizione al mio suono, così da irrobustirlo un po'. Col passare del tempo però ho iniziato a sperimentare anche con questo genere di effetto e tra reverse, ripetizioni dotted ed echo, sono passato a delay più costosi, ricchi di personalizzazioni e soprattutto che mi permettessero di salvare in preset gli effetti che creavo, così da poterli richiamare a bisogno.

Recensione del pedale Boss OD-2 Turbo Overdrive

Voto: 3/5 - Buon overdrive, reperibile con pochi euro

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Il Boss OD2 Turbo Overdrive è un overdrive che possiede un suono molto versatile e caratteristico. Il pedale è stato immesso sul mercato nel 1985 ed è fuori produzione dal 1995 In questo pedale troviamo quattro potenziometri, di cui 3 classici: Level che regola il livello di volume generale del segnale quando è inserito; Tone che ci permette di regolare l'equalizzazione dell'effetto e Drive che regola il livello di overdrive che vogliamo aggiungere al nostro segnale. Possiede una quarta manopola denominata Turbo: un potenziometro on/off che permette di dare un po' più di grinta all'overdrive. Esiste una seconda versione di questo pedale, chiamato OD2r (dove la r sta per Remote), che possiede un'entrata jack in più a cui si può collegare un qualunque pedale switch per controllare da remoto l'entrata in funzione del Turbo.
Essendo un pedale abbastanza datato, il Boss OD2 Turbo Overdrive può essere alimentato tramite batteria interna a 9 volt oppure tramite alimentatore esterno a 12 volt con assorbimento 10 mA, richiederebbe quindi l'alimentatore Boss ADA ma non preoccuparti perché esistono vari trucchetti per poter far funzionare al meglio questo pedale anche senza quell'alimentatore, leggi la mia guida a proposito! La seconda versione di questo pedale, quella con il comando Remote chiamata OD2r (1994-1997), può essere alimentata nella stessa maniera del precedente a parte le unità prodotte nell'anno 1997, che presentano la scritta PSA di fianco all'entrata dello spinotto dell'alimentazione, in questo caso possiamo utilizzare un qualunque alimentatore esterno stabilizzato a 9 volt con assorbimento 13 mA.

Il Boss OD2 è un overdrive dal suono molto gradevole, a tratti simile al Boss OD3 Overdrive, ma in base a come si regola il potenziometro Drive si riescono a ottenere sonorità molto differenti, dall'overdrive soft a quello molto aggressivo, in più il suo punto di forza riguarda l'opzione Turbo che rende il suono ancora più aggressivo e ricco di armoniche, una vera e propria distorsione molto gradevole in grado di accontentare il gusto di molti chitarristi. Infine, con il Drive impostato al massimo riusciremo a raggiungere sonorità hard rock.
Ho inserito il Boss OD2 in pedaliera per qualche tempo ma poi ho deciso di toglierlo perché avevo già pedali overdrive e distorsioni a sufficienza. Consigliato se stai cercando un overdrive o una distorsione versatile e vuoi spendere poco!

Recensione del pedale Boss OD-3 Overdrive

Voto: 3/5 - Un overdrive affidabile e dal suono classico!

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Il Boss OD3 Overdrive è uno dei pedali di punta della Boss, versione evoluta del Boss OD1 Overdrive, il primo pedalino overdrive mai creato! Il pedale è stato immesso sul mercato nel 1997 ed è tuttora in produzione. Si tratta di un pedale molto intuitivo che dispone di tre semplici potenziometri: Level che ci permette di regolare il volume del segnale, Drive che ci permette di regolare il grado di saturazione dell'effetto e Tone che controlla l'equalizzazione.
Il pedale può essere alimentato tramite batteria interna a 9 volt oppure tramite alimentatore esterno a 9 volt con assorbimento 8 mA.

In confronto al Boss SD1 Super Overdrive l'OD3 risulta più pacato, anche se di poco. L'overdrive che genera è molto caldo e fedele, il potenziometro del drive è abbastanza dinamico e permette di ottenere diversi timbri di overdrive. Credo che l'aggettivo "classico" sia proprio azzeccato e mi dà l'idea di un pedale che non deve dare supporto a nessuno: deve essere utilizzato unicamente come overdrive, da solo o al massimo insieme ad un booster che gli dia un minimo di gain in più. Il suo lato negativo è sicuramente il prezzo, il doppio rispetto al pedale SD1 Super Overdrive, cosa che non riesco assolutamente a giustificare, inoltre è più morbido ma meno versatile del Boss BD2 Blues Driver.

Il Boss OD3 Overdrive mi piace molto, l'ho anche inserito in pedaliera per qualche anno per poi sostituirlo nuovamente con l'SD1, poiché suonando un genere alternative non ho particolari esigenze legate alla timbrica o fedeltà dell'overdrive e con quest'ultimo ho sempre avuto più feeling! In caso di dubbio provali entrambi perché sono veramente due pedali diversi.

Recensione del pedale Boss SG-1 Slow Gear

Voto: 3/5 - Buono Swell, molto rapido nel dare volume.

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Il Boss SG1 Slow Gear è un pedale Boss fuori produzione molto ricercato, prodotto dal 1979 al 1982. La sua funzione è quella di azzerare il volume della nota che si è appena suonata e di alzarlo in un arco di tempo variabile, creando un effetto simile a quello di un violino, il cosiddetto effetto swell, e la sua funzione è tecnicamente l'opposto di quella di un compressore.
Lo Slow Gear possiede due potenziometri: Sens e Attack. Il controllo Sens regola la sensibilità del pedale: se impostato a valori bassi, lo swell si otterrà solo con pennate forti mentre non sarà applicato a quelle deboli; alzando il valore invece l'effetto si otterrà anche con le pennate deboli. Il controllo Attack regola il tempo entro cui il volume deve raggiungere il suo massimo livello dal momento in cui viene data la pennata. La regolazione dell'Attack è comunque molto rapida anche se regolata al massimo.
Questo pedale, essendo stato prodotto prima del 1997, può essere alimentato tramite batteria interna a 9 volt oppure tramite alimentatore esterno a 12 voltcon assorbimento a 4 mA.

Lo Slow Gear attualmente è troppo costoso, quindi è consigliabile comprarlo solo se si è dei collezionisti e non per posizionarlo in pedaliera: col tempo si danneggerebbe e perderebbe valore. Se è tua intenzione inserire questo effetto in pedaliera, dai un'occhiata al Mooer Slow Engine, in pratica un clone del Boss SG1 Slow Gear, molto compatto, con gli stessi controlli dell'originale ma con tempi di swell maggiori. Un altro pedale che incorpora questo effetto è lo Strymon Timeline, il delay che sto utilizzando ora in pedaliera. Un altro metodo per ottenere questo effetto è quello di inserire un semplice pedale di volume tra chitarra e amplificatore, portandolo da posizione 0 a posizione 100 dopo ogni pennata, eseguendo quindi il lavoro dello Slow Gear manualmente.
Quando si utilizza un pedale con effetto swell è consigliabile posizionare un compressore o un overdrive prima di esso per garantire un buon mantenimento di volume durante l'esecuzione. Io utilizzo un booster.

Lo Swell è un effetto molto bello e importante nel mio sound, crea atmosfera e solitamente non viene molto sfruttato. A me piace utilizzarlo per aggiungere un alone di mistero alle canzoni, oppure per creare delle intro a regola d'arte!

Recensione del pedale Boss TR-2 Tremolo Keeley Mod

Voto: 3/5 - Ottimo tremolo dal suono vintage e semplice da utilizzare

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Il Boss TR2 Tremolo Mod è la versione modificata dell'omonimo pedale della Boss ad opera di Robert Keeley. Il pedale originale è stato immesso sul mercato nel 1997 ed è tuttora in produzione. Possiede 3 potenziometri: il Wave che modifica la forma dell'onda dell'effetto, il Depth che controlla lo spessore del tremolo e il Rate che ne controlla la velocità. Il suono che ne risulta è molto vintage e gradevole.
Il pedale può essere alimentato tramite battreria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 17 mA.
Le modifiche apportate da Keeley sono molteplici: è stato risolto il broblema dell'abbassamento del volume ad effetto attivo, è stato diminuito il rumore di fondo quindi ora il pedalino potrebbe essere utilizzato anche come clean boost ed è stato sostituito il potenziometro Depth con uno doppio, che inserisce finalmente il controllo del volume in uscita anche in questo pedale. Il circuito audio è stato ottimizzato in generale, ne risulta una maggiore fedeltà e naturalezza del suono, più trasparenza, più risposta nei bassi e più alti, insomma tutti fattori degni di nota.

Verso il 2010 ebbi necessità di inserire in pedaliera un tremolo e, non avendone uno in casa, decisi di andare sul sicuro e di acquistare direttamente il Boss TR2 modificato, anche se la spesa è stata un po' maggiore. In realtà all'interno del mio amatissimo Vox AC30CC2 vi era già presente un buon tremolo, ma vista la necessità di spostarsi ogni settimana per provare scelsi di non vincolare i miei spostamenti al dovermi sempre portare appresso i 33 kg di quell'amplificatore!
Il Boss TR2 Tremolo Mod è un pedale molto valido, mi sento di cosigliarlo a chi, come me, ha bisogno di questo effetto per suonare qualche canzone e non vuole rinunciare alla qualità del suono e alla compattezza del pedale. Per i veri amanti di questo effetto invece esistono sicuramente alternative migliori e più costose.

Recensione del pedale Boss TU-2 Chromatic Tuner

Voto: 3/5 - Un buon accordatore!

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Il Boss TU2 Chromatic Tuner è un accordatore diventato uno standard riconosciuto in tutto il mondo, su cui ci sono poche cose da dire, funziona bene e si può reperire usato a basso costo perché ormai è stato sostituito dalla sua nuova versione, il TU-3. Il pedale è stato immesso sul mercato nel 1998 ed è fuori produzione dal 2009.
Una delle sue caratteristiche più interessanti è la possibilità di poter mettere l'output in off quando si accorda la chitarra, così che la gente non senta il suono della chitarra mentre si accorda, che effettivamente è molto brutto.. Vi sono inoltre due possibilità di interfaccia: la prima è quella dedicata alla chitarra e al basso, che mostra il nome e numero della corda che si sta accordando, con possibilità di fare anche il drop-tune, ovvero di accordare tutto il manico un semitono o un tono sotto. La seconda invece è la modalità cromatica, la migliore a mio avviso, che permette di accordare qualunque nota indipendentemente dallo strumento che si sta utilizzando, focalizzandosi unicamente sull'intonazione.
Può essere alimentato tramite batteria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 55 mA. In quest'ultimo caso, oltre ad avere lo spinotto di entrata, ne possiede anche uno di uscita: con un cavo apposito venduto dalla Boss (penso sia una semplice daisy chain come quella degli alimentatori 1Spot e simili) può alimentare altri pedali Boss per un massimo di 200mA totali, quindi anche 2 o 3!

Questo accordatore è presente da molti anni nella mia pedaliera e non mi ha mai dato un problema. Oggi è stato sostituito dalla sua versione aggiornata, il TU-3, che non conosco.. l'unica cosa che posso dire è che con questo mi trovo veramente molto bene!

Recensione del pedale Electro Harmonix Bass Big Muff

Voto: 3/5* - Buon fuzz, molto simile ai vecchi modelli russi

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Il Bass Big Muff è una delle nuove edizioni del pedale fuzz più famoso della Electro Harmonix, e finalmente posso dire che questa versione è degna di portare il nome "Big Muff"!!
Il suono di questo pedale è basato sui vecchi modelli russi, esso infatti si avvicina particolarmente al suono del Sovtek Big Muff V8 nero, sebbene il suo colore sia verde, mossa strategica per ricordare il Sovtek Big Muff V7 C verde militare, prodotto in russia negli anni novanta e ancora oggi ricercatissimo. Il fuzz che genera è molto selvaggio e graffiante, anche se devo ammettere che mi piace un po' meno in confronto ai suoi predecessori della Sovtek. Il potenziometro dei toni garantisce una vasta gamma di frequenze e quello del sustain dona moltissima distorsione. Sebbene sia stato progettato per basso, suona egregiamente anche con la chitarra ed è alimentabile tramite batteria o tramite alimentatore esterno 9V DC.
Il Bass Big Muff possiede un'uscita jack aggiuntiva chiamata Dry Out che permette di far uscire separatamente il segnale non processato. Possiede inoltre uno switch a tre posizioni: Norm, Bass Boost e Dry. La modalità Bass Boost potenzia la risposta dei bassi e a mio parere non è un granché, mentre la modalità Dry permette di miscelare al fuzz il segnale pulito dello strumento che si sta utilizzando, senza però poter regolare il suo volume. Ne consegue che per avere un buon risultato sonoro, il volume del segnale pulito dovrà essere regolato attentamente dall'amplificatore per far sì che non sovrasti il fuzz oppure, viceversa, che non venga soffocato dall'effetto.. un po' scomodo!!

Le sostanziali differenze dai modelli russi sono le seguenti:

  • pesa meno ed è molto piccolo;
  • è possibile alimentarlo tramite alimentatore esterno;
  • il potenziometro dei toni è un po' meno dinamico;
  • possiede più medi e meno bassi;
  • con la chitarra è un po' più squillante;
  • uscita dry out e switch a 3 posizioni.

A mio parere il Bass Big Muff risulta essere un valido fuzz di nuova generazione, economico e performante, e se decidessimo di abbinarlo a un buon equalizzatore, per esempio all'Empress ParaEq oppure al WMD Parametric EQ, il suo suono migliorerebbe ulteriormente, tanto da meritarsi un voto di 4/5*!
Nel 2014 è stata presentata la sua versione più compatta, chiamata Nano Bass Big Muff, identica nel suono ma senza la modalità Dry e senza uscita Dry Out.
Il Bass Big Muff è ideale per chi non vuole spendere troppi soldi e tempo nella ricerca di una delle versioni russe dei Big Muff fuori produzione; i chitarristi e bassisti che suonano musica Alternative saranno invece attratti da questo suono feroce che non macherà di ispirare la loro creatività!

Recensione del pedale Electro Harmonix Nano Bass Big Muff

Voto: 3/5* - Buon fuzz molto simile ai vecchi modelli russi

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Il Nano Bass Big Muff è la versione compatta del pedale Bass Big Muff della Electro Harmonix, ed è stato commercializzato verso metà 2014. Il suono dei due pedali è identico, quindi copio in parte la descrizione che ho scritto nell'articolo dedicato al Bass Big Muff:
"Il suono di questo pedale è basato sui vecchi modelli russi, esso infatti si avvicina particolarmente al suono del Sovtek Big Muff V8 nero, sebbene il suo colore sia verde, mossa strategica per ricordare il Sovtek Big Muff V7 C verde militare, prodotto in russia negli anni novanta e ancora oggi ricercatissimo. Il fuzz che genera è molto selvaggio e graffiante, anche se devo ammettere che mi piace un po' meno in confronto ai suoi predecessori della Sovtek. Il potenziometro dei toni garantisce una vasta gamma di frequenze e quello del sustain dona moltissima distorsione. Sebbene sia stato progettato per basso, suona egregiamente anche con la chitarra ed è alimentabile tramite batteria o tramite alimentatore esterno 9V DC. Per ottenere il massimo dal Bass Big Muff bisognerebbe abbinarlo ad un buon equalizzatore, per esempio all'Empress ParaEq oppure al WMD Parametric EQ, in tal caso il suono migliorerebbe in maniera ottimale, tanto da meritarsi ilvoto 4/5*!"

Le sostanziali differenze dai modelli russi sono le seguenti:

  • pesa meno ed è molto piccolo;
  • è possibile alimentarlo tramite alimentatore esterno;
  • il potenziometro dei toni è un po' meno dinamico;
  • possiede più medi e meno bassi;
  • con la chitarra è un po' più squillante;
  • switch per aggiungere il segnale pulito al fuzz.

In confronto al Bass Big Muff, questo non possiede l'uscita Dry Out e lo switch frontale è solo a due posizioni: Norm e Dry (senza Bass Boost). "La modalità Dry permette di miscelare al fuzz il segnale pulito dello strumento che si sta utilizzando, senza però poter regolare il suo volume. Ne consegue che per avere un buon risultato sonoro, il volume del segnale pulito dovrà essere regolato attentamente dall'amplificatore per far sì che non sovrasti il fuzz oppure, viceversa, che non venga soffocato dall'effetto.. un po' scomodo!!"
Sinceramente mi piace molto di più il Bass Big Muff, sia per l'estetica che per le piccole funzionalità in più! Il suono invece rimane lo stesso, graffiante e a tratti ingestibile fuzz tipico delle edizioni russe! Consiglio la versione Nano solo in caso di esigenze estreme legate allo spazio ridotto in pedaliera.

Recensione del pedale Ibanez TS9DX FLEXI 4x2 Keeley Mod

Voto: 3/5 - Ottimo overdrive ricco di sfumature e opzioni, ma complicato da settare

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Il pedale Ibanez TS9DX FLEXI 4x2 Mod è la versione del TS9DX revisionata da Robert Keeley, che ottimizza i suoni delle quattro voci del pedalino Ibanez e lo rende true bypass. E' stato inoltre inserito un Gain Switch per aumentare la potenza del drive e grazie a quest'ultimo il FLEXI moltiplica per due i 4 overdrive già disponibili nel pedale, da qui la sigla 4x2. Ho già espresso la mia perplessità riguardo il dotare di così tante opzioni un unico pedale e fornirlo di potenziometri sensibilissimi, che a un utente medio-principiante risultano dare solo grattacapi per le difficoltà di settaggio.. per approfondire leggi l'articolo riguardante il pedale originale Ibanez TS9DX Turbo Tube Screamer. Molti artisti utilizzano questo pedalino modificato, tra i più famosi ti ricordo Steve Vai e John Petrucci. Anche Paul Gilbert lo ha utilizzato per un breve periodo.

Ho inserito la versione FLEXI del TS9 in pedaliera per un breve periodo sperando di riuscire ad utilizzare meglio il suo overdrive ma l'aumento di opzioni possibili mi ha portato solo a fare più confusione.. Sono infatti tornato "alle origini" ricominciando ad usare gli overdrive della boss che sono semplicissimi da gestire, come ad esempio il Boss SD1 Super Overdrive oppure il Boss OD3 Overdrive.

Recensione del pedale Ibanez TS9DX Turbo Tube Screamer

Voto: 3/5 - Overdrive con molte opzioni ma non per tutti (me per primo)

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L'Ibanez TS9DX Turbo Tube Screamer è l'evoluzione del classico TS9, che in più al potenziometro del volume, tono e drive ne aggiunge uno chiamato Mode che agisce sull'aggressività del pedale, permettendo di variare la voce dell'overdrive in 4 diversi suoni, tra cui quello del tube screamer classico. Le possibili scelte del potenziometro Mode sono TS9, +, Hot e Turbo che vanno dalla più lieve alla più aggressiva, questo permette di avere 4 diversi pedali di overdrive in uno!

La mia attenzione finì su questo pedale quando stavo ancora cercando un overdrive adatto al genere che suonavo e avevo le idee un po' confuse. Lo acquistai principalmente per l'ottima fama che aveva ma ben presto mi resi conto che non mi era affine. Uno dei principali motivi che non me lo fanno piacere tutt'ora è legato alla sensibilità del potenziometro del drive che al minimo movimento cambia drasticamente la dinamicità e compressione dell'overdrive, bisogna quindi stare attentissimi a non colpirlo mai per sbaglio. Una seconda cosa invece riguarda la funzione Mode: quando si passa da una voce all'altra è inevitabile dover regolare nuovamente quasi tutti gli altri potenziometri, il cambio di suono deve essere ogni volta gestito da capo per riportare tono e volume ai livelli precendeti. Provai allora a venderlo e ad acquistare la versione modificata da Keeley che migliora un po' la qualità del suono ma questa modifica aggiunge anche ulteriori opzioni quindi la mia scelta finale fu quella di passare prima al Boss OD3 Overdrive e in seguito al Boss SD1 Super Overdrive (che ho sempre utilizzato in casa), perchè sono facilissimi da regolare ed il loro suono non è male.

Non fraintendermi, il TS9DX è un buon pedale, semplicemente non è affine al mio modo di suonare e regolare i suoni. La cosa migliore è andare in un negozio e chiedere di provarlo, per farsi un'idea chiara riguardo a come funziona!

Recensione del pedale Joyo US Dream

Voto: 3/5 - Ottima distorsione economica high gain

Il Joyo US Dream è considerato a tutti gli effetti la copia economica del pedale Suhr Riot, e effettivamente il suo suono è all'80% identico alla voce centrale del pedale americano, manca però di tutte le sue restanti caratteristiche hardware.
Lo US Dream è un pedale true bypass che fornisce una distorsione high gain molto dinamica, che potrebbe anche essere paragonata a quella del Fulltone OCD, anche se non possiede le armoniche caratteristiche di quest'ultimo.
Questo pedale è ovviamente prodotto in Cina quindi i materiali sono molto economici, la scocca credo non sia nemmeno di metallo, di fatto è un pedale leggerissimo.. Però la sua semplicità di utilizzo, il suo suono e soprattutto il suo rapporto qualità / prezzo (40 euro nuovo) lo rendono un pedale degno di nota!

Io lo utilizzo in casa per avere sempre a disposizione una distorsione "cattiva" quando studio dei nuovi pezzi anche perché il suo suono si adatta molto bene a diversi generi e come funzionamento non dà problemi. Per la sua fascia di prezzo è un pedale ottimo, per questo gli do un buon voto!

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Recensione del pedale Line 6 POD 2.0

Voto: 3/5 - Multieffetto molto completo, datato ma ancora valido

Il multieffetto Line6 POD 2.0, conosciuto anche con il soprannome di "fagiolo", è in produzione da moltissimi anni sebbene la linea POD si sia evoluta drasticamente nel corso del tempo. Viene mantenuto in produzione perchè al tempo della sua uscita fu una grandissima novità e per merito della qualità delle emulazioni, molto studiate e curate, divenne ben presto uno standard anche per gli studi di registrazione. Paragonato ai nuovi POD o ai nuovi emulatori del giorno d'oggi (per esempio il Kemper) il POD 2.0 non regge il confronto, bisogna però dire che alcune delle sue emulazioni di suoni ed effetti rimangono molto caratteristiche, inoltre il suo costo attuale si aggira attorno ai 200 euro nuovo e se confrontato con altri multieffetti di fascia economica sicuramente la sua qualità di costruzione e sonora è sicuramente superiore.
Oltre alle sue caratteristiche funzionali, un altro fattore che me lo fa piacere è la sua finta interfaccia analogica. Il pedale è chiaramente digitale ma è pieno di tasti e manopole, con solo un piccolissimo schermo che indica il numero del preset che siamo utilizzando. Il POD 2.0 può essere utilizzato in diretta nel mixer oppure collegato ad un amplificatore per chitarra, in questo caso bisogna disabilitare l'emulazione della cassa tramite uno switch, in più è completamente controllabile tramite pedaliera midi (funzione esclusa nei pod a fagiolo successivi) oppure tramite una pedaliera apposita della Line 6.

Comprai questo pedale usato qualche anno dopo aver iniziato a suonare la chitarra, così da avere a portata di mano molti effetti e suoni di cui non sapevo nemmeno l'esistenza. Questo mi ha permesso di fare esperienza con riverberi, distorsoni, ampli, delay, flanger, ecc.. capire un po' come funzionavano e se ne facessero per me. Successivamente identificai quali erano gli effetti che mi erano piaciuti e creai la mia prima pedaliera analogica. Come già detto, questo POD contiene alcuni suoni particolari, io personalmente ho adorato l'emulazione del fuzz face, che ho largamente utilizzato nel mio gruppo AMNéSIA e che non sono mai riuscito a riprodurre con un pedale analogico (è veramente un effetto strano).
Tra i suoi più convinti utilizzatori troviamo The Edge, chitarrista degli U2, che ne utilizza ben due in versione rack, in pratica identici alla versione fagiolo.

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Recensione del pedale ZVEX Woolly Mammoth

Voto: 3/5 - Fuzz dal suono unico ma difficile da gestire

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Il Zvex Woolly Mammoth è stato uno dei primi pedali creati dall'americano Zachary Vex, questo in particolare deriva da una variazione del circuito del famosissimo Fuzz Face, rendendolo più aggressivo e molto meno domabile. Possiede 4 controlli, di cui alcuni molto particolari. Dall'Output si regola il volume dell'effetto e da Eq si agisce sull'equalizzazione. Con il controllo Pinch iniziano le funzioni interessanti, infatti con questo potenziometro si modifica la forma d'onda del suono, quindi la sua struttura armonica, proprio come in un sintetizzatore. Questo controllo funge anche da Gate. Infine il Wool aumenta e diminuisce lo spessore della nota.
Il suono del Woolly Mammoth si avvicina davvero molto a quello di un synth e le sue dimensioni contenute lo rendono molto pratico permettendogli di essere inserito senza difficoltà in pedaliera. L'unica pecca che accomuna tutti i pedali ZVEX è il fatto di essere stati creati in posizione orizzontale, nulla però impedisce di posizionarli in verticale quando inseriti in pedaliera... o anche in diagonale! ;)

Il circuito del Mammoth è stato creato per funzionare in modo ottimale con segnali passivi, quindi se vuoi utilizzare una chitarra o un basso con pickup attivi (che hannno bisogno della batteria a 9 Volt per funzionare) il suono sarà molto diverso dall'originale, più cupo e meno dinamico. Può essere alimentato sia tramite batteria che tramite alimentatore esterno a 9V DC ed il suo consumo dovrebbe essere intorno ai 4mA.
Come tutti i pedali ZVEX anche questo è dipinto a mano, caratteristica che lo rende molto costoso. Esistono però molti cloni Made in Italy a prezzi onesti, il bassista del mio gruppo ABSOLUTE - MUSE Tribute Band ed io ci siamo trovati particolarmente bene con quello realizzato da FT Elettronica.

Il Woolly Mammoth è un pedale stupendo ma possiede un suono difficile da inserire in molti contesti musicali, in più presenta lacune dovute alla natura del suono, può capitare infatti di avvertire differenze di volume tra una nota e l'altra mentre si sta suonando, è bene quindi utilizzarlo sempre abbinato ad un compressore. Come per il Fuzz Factory, anche con questo pedale bisogna provare molti settaggi prima di trovare quello giusto per il proprio strumento e serve del tempo per poter imparare ad utilizzarlo al meglio. Detto questo, il Mammoth è uno dei pedali che hanno reso unico il sound del bassista dei MUSE, Chris Wolstenholme, che lo utilizza ormai da più di 10 anni!