Voto: 4/5 - Overdrive per basso molto versatile!!
Il Boss ODB3 Bass Overdrive è un overdrive della Boss, variante del Boss OD3 Overdrive, creato appositamente per il basso ma tranquillamente utilizzabile anche con la chitarra. Il pedale è stato immesso sul mercato nel 1994 ed è attualmente ancora in produzione. Possiede quattro controlli: Level che controlla il volume, EQ che è suddiviso in due potenziometri dedicati uno alle frequenze alte e uno alle basse, Balance per miscelare il segnale pulito a quello distorto e Gain per aumentare la distorsione. Gli esemplari prodotti prima del 1997 devono essere alimentati tramite alimentatore esterno a 12 volt, mentre quelli prodotti dopo tale periodo possono essere collegati tranquillamente a un classico alimentatore a 9 volt con assorbimento a 13 mA. Entrambe le versioni possono ovviamente essere alimentate tramite batteria interna a 9v.
Il Boss ODB3 Bass Overdrive è veramente molto dinamico e versatile e non si limita ad essere un overdrive, infatti portando il gain a livelli alti è capace di trasformare il suono in una distorsione. Con il basso trova ovviamente la sua massima espressione, è una bomba, e può essere considerato una validissima alternativa al famosoHuman Gear Animato, distorsore da 500 euro, di cui esistono veramente pochi cloni. I punti a favore di questo pedale sono l'equalizzazione perfettamente controllabile tramite due potenziometri molto dinamici che consentono di utilizzarlo anche con la chitarra, e il Gain che tramite la sua dinamicità permette di ottenere moltissime sfumature di overdrive. Il tutto viene completato dal controllo Balance per miscelare a piacere il suono pulito a quello processato. Non posso fare a meno di consigliarlo a tutti i bassisti che stanno cercando un overdrive dalle mille funzionalità!
Voto: 4/5 - Ottimo Riverbero, facile da utilizzare
Il Boss RV5 Digital Reverb è stato il primo riverbero che abbia mai utilizzato e fin dalle prime plettrate ho capito che questo effetto sarebbe dovuto essere presente costantemente nel mio sound. Il pedale è stato immesso sul mercato nel 2002 ed è fuori produzione dal 2015, sostituito dal nuovo RV6.
La semplicità di utilizzo di questo pedale viene riassunta dai 4 potenziometri che possiede: Level per scegliere il giusto livello di mix tra segnale pulito e processato, Tone per aggiustare il timbro del riverbero, Time per scegliere la durata temporale che l'effetto deve avere e infine la manopola per scegliere il tipo di riverbero da utilizzare. Da notare che tra le possibili scelte c'è anche Hall, uno dei migliori riverberi mai creati, non presente in tutti i pedali simili e personalmente il mio preferito.
Può essere alimentato tramite battreria interna a 9v oppure tramite alimentatore esterno a 9v con assorbimento a 50 mA.
Questo riverbero è rimasto nella mia pedaliera per molti anni, dandomi moltissime soddisfazioni. Nel tempo ho deciso di sostitutirlo con l'Eventide SPACE Reverb perchè in più del Boss dà la possibilità di salvare molti preset e permette di modificare e caratterizzare i vari riverberi come più si desidera, aggiungendo per esempio un delay, oppure un'ottava bassa e/o una alta, ecc..
Il riverbero può essere definito come un "effetto misterioso" da applicare a certi fraseggi per donare quella cosa in più che sicuramente aggiungerà carattere al tuo sound. Tutto però ruota attorno al genere che si suona: se suoni cover degli AC/DC questo pedale sarà ovviamente d'intralcio, mentre penso che nei generi Indie/Alternative esso trovi molto da poter esprimere!
Se non hai mai utilizzato un riverbero e pensi di comprarne uno, il Boss RV5 Digital Reverb può essere un ottimo affare perchè è semplice da impostare e anche in mani non esperte riesce a dare subito dei risultati apprezzabili. Tra i suoi utilizzatori vi è Jonny Buckland, chitarrista dei Coldplay. Consigliatissimo!!
Voto: 3/5 - Detuner molto fedele e di qualità
Il Digitech Drop è un pedalino che permette di avere sempre a disposizione un'accordatura diversa da quella impostata fisicamente nella chitarra, esso può infatti scordare digitalmente da -1 semitono fino a -7 semitoni, oppure di un'ottava, in questo caso si può scegliere se mantenere o meno il segnale pulito, opzione da me utilizzatissima.
Il pedale è ovviamente polifonico altrimenti la qualità del suono risulterebbe pessima, è true bypass ed è ottimizzato per lavorare sia con la chitarra che con il basso. Possiede anche uno switch Momentary che se attivato consente di far funzionare il pedale solo se lo switch on/off viene tenuto premuto, così da ottenere effetti stile hammer on e pull off se spinto e rilasciato velocemente. Per funzionare richiede un'alimentazione standard a 9 Volt DC a 300 mA e viene venduto con il proprio alimentatore.
Con la quinta generazione del Whammy la Digitech ha fatto un salto in avanti riguardo la qualità del detune, infatti la tecnologia usata nel Drop è la stessa del Whammy 5th Gen e del Whammy DT. Quest'ultimo ingloba già tutte le funzioni del Drop e in più possiede le stesse rivolte verso l'alto. Probabilmente questo pedale è stato messo in commercio dato il grande successo del detuner incorporato del Whammy DT, pedale che però pecca nelle dimensioni.. troppo grande! Ora che le sue funzioni sono state scomposte si può tranquillamente trovare uno spazio in pedaliera anche per il Digitech Drop! Chiaramente, sebbene la qualità sia ottima, la trasposizione non è fedele al 100%: in certi momenti si sente che il suono è artificiale, soprattutto se si scende di troppi semitoni oppure se si suona con certe distorsioni, può capitare di accorgersi che la timbrica sia diversa da quella a cui si è solitamente abituati, più piatta e scura.. quindi se in una scaletta da 20 canzoni ne devi suonare 7 con un'altra accordatura ti conviene usare direttamente due chitarre distinte, se invece devi suonarne solo un paio allora potresti optare per il Digitech Drop!
Voto: 4/5 - Buon pedale per chi suona generi Indie/Alternative
Ho scoperto il Digitech Whammy verso gli anni 2000 quando vidi che veniva utilizzato dal mio chitarrista preferito: Matthew Bellamy dei MUSE. L'ho però acquistato solo qualche anno dopo, di fatto quella in mio possesso è la quarta versione, la WH4 (EDIT ora ho acquistato il Whammy V, la nuova edizione!). Giocare con il pitch shift verso l'alto a una e due ottave è molto divertente, ed il pedale fisico è stato pesato abbastanza bene: questo permette di controllare lo shift quasi perfettamente.
Le impostazioni sono divise in due colonne: quella destra lavora molto bene ed è sicuramente la più usata, abbiamo: una sezione DETUNE con due opzioni che permettono un effetto chorus accettabile e una sezione WHAMMY dove si possono effetturare, oltre che l'octave up e down, il drive bomb tipico della leva montata sulla chitarra e un drop tune, che scorda tutta l'intonazione della chitarra di un semitono o di un tono ma in questo caso il risultato è pessimo.. Questo pedale lavora ancora con vecchi algoritmi e la polifonia non credo sappia bene cosa sia! Con la quinta versione del Whammy le cose sono molto cambiate.
Passando alla colonna delle impostazioni di sinistra, abbiamo tutta una serie di possibilità di armonizzazione: suonando una nota possiamo scegliere che il pedale aggiunga ad essa la rispettiva seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima, ecc.. ma personalmente l'unica che ho utilizzato fino ad ora suonando con i miei gruppi è l'aggiunta dell'ottava bassa, che se accostata per esempio con il Big Muff V7 C o V8 simula abbastanza bene il suono del basso distorto! ;)
L'effetto più rappresentativo e famoso del Whammy (lo shift all'ottava alta) può essere gustato nel video live della canzone Sunburn dei MUSE al minuto 2.25, dove Matt utilizza il pedale comandandolo tramite midi.
Una pecca del Whammy è il fatto che funziona a corrente alternata (AC) e quindi si è obbligati ad utilizzare il suo alimentatore che tra l'altro è abbastanza ingombrante. Questa inconvenienza è stata finalmente risolta con la quinta versione del Whammy, che ora lavora con corrente DC a 265 mA.
La mia conclusione è che questo pedale si adatti molto bene a chi voglia ottenere suoni fuori dal coro, sperimentali, tipici della musica Indie e Alternative, dove spesso la melodia strumentale risulta essere più importante del testo cantato.
Voto: 4/5 - Ottimo pedale per generi Indie/Alternative
Il Digitech Whammy WH5 è l'ultima versione del Whammy di casa Digitech e possiede in sostanza gli stessi effetti della versione precedente. Gli algoritmi del pitch shifting con cui lavora sono stati molto migliorati, per esempio ora è possibile suonare bicordi o addirittura accordi completi anche con il pedale settato in drop tune, quindi si può affermare che il pedale lavori in polifonìa.
Il Whammy versione 5 possiede le solite 3 sezioni: HARMONY, che aggiunge un'armonizzazione alla nota singola che si sta suonando; DETUNE, che riproduce la stressa nota suonata qualche centesimo di tono sotto o sopra donando un effetto chorus piò o meno marcato; WHAMMY, la parte più interessante e famosa, che applica il pitch shifting al nosto suono. Se vuoi approfondire passa all'articolo sul Whammy IV dove sono stato un po' più esauriente.
Le nuove funzioni inserite nella nuova versione sono molto interessanti: innanzitutto il pedale è stato reso true bypass e alimentabile tramite corrente DC a 265 mA (tutti i precedenti richedevano alimentazione AC); è stato inserito uno switch classic/chords che permette il passaggio ai vecchi algoritmi del Whammy IV quindi in pratica questo pedale ingloba anche il precedente; la posizione del led che indica se il pedale è attivo o spento è stata spostata vicino allo switch on/off, il che lo rende un po' più difficile da tenere sotto controllo perchè viene nascosto dal piede mentre lo si usa; infine nella sezione WHAMMY sono stati aggiunti un paio di settaggi, rispettivamente il pitch shift di quinta, quarta e seconda, sia verso l'alto che verso il basso.
Insieme al Whammy V è uscita anche un'altra versione, chiamata Whammy DT, che oltre ad avere tutte le funzioni del V aggiunge una sezione Detune dedicata appunto solo alla trasposizione. Quando è uscito ho avuto l'occasione di provarlo, impostando il detune 4 semitoni sotto l'accordatura della chitarra (quindi dal Mi sono passato a Do) ed il suono anche se un po' artificiale è risultato essere molto credibile! Attualmente è stato inserito sul mercato anche il Digitech Drop, che contiene appunto solo le opzioni dedicate alla trasposizione proprie del Whammy DT!
Matthew Bellamy, chitarrista e cantante dei MUSE, possiede sia la versione normale che quella DT ed in molte delle sue canzoni li utilizza. Un esempio dell'ottimo lavoro che il Whammy può fare lo si può sentire nel making of della canzone Unsustainable dei MUSE! In pedaliera!
Voto: 4/5 - Octaver compatto e di qualità
L'Electro Harmonix Micro POG è un octaver molto affidabile, versione compatta ed essenziale del POG 2, utilizzabile sia con chitarra che con basso. Possiede 3 potenziometri per regolare il volume del segnale pulito, il volume dell'ottava bassa e il volume di quella alta. Il pedale è polifonico, quindi digitale, True Bypass e viene venduto con il proprio alimentatore ma si può comunque alimentare tramite quelli Boss-style a 9V che eroghino minimo 180 mA. Il box in metallo è identico a quello del Bass Big Muff e possiede due uscite jack, quella classica e quella per poter far uscire separatamente il segnale originale dello strumento non processato.
Il Micro POG è un pedale molto amato da chitarristi e bassiti e le sue caratteristiche principali sono sicuramente la compattezza e la qualità del suono. Questo pedale si antepone al Boss OC2 Octave, un octaver vecchio stile, spesso preferito da parte dei bassisti per il suo suono analogico anche se capita di vederli entrambi in certe pedaliere perché forniscono un tipo di ottava molto diverso.
Tra i suoi utilizzatori il chitarrista dei Coldplay Jonny Buckland!
Voto: 4/5 - Octaver completo con moltissime funzionalità
L'Electro Harmonix POG 2 è la seconda versione del leggendaro POG, octaver completo, ricco di molte funzionalità, che funziona egregiamente sia con chitarra che con basso. Possiede ben 8 potenziometri lineari per controllare tutte le funzioni di octaver, rispettivamente: livello di uscita del segnale pulito, doppia ottava bassa, ottava bassa, ottava alta, doppia ottava alta, controllo Attack per ottenere un ritardo dell'entrata dell'effetto simile allo swell, controllo LP Filter per tagliare le frequenze basse e ottimizzare un po' i toni generali e per finire il controllo Detune per scordare minimamente le due ottave alte e ottenere un suono più particolare. Possiede anche due tasti, il Dry FX per scegliere se far processare il segnare pulito dalle le ultime 3 funzioni del pedale (Attack, LP Filter e Detune), e il Q che imposta quattro diversi livelli di risonanza dell'LP Filter.
Una delle grandi novità del POG 2 è la possibilità di poter salvare fino a 8 preset, così da non dover impostare sempre tutte le levette ogni volta che si vuole ottenere un effetto diverso, proprio come capitava con il primo POG. Salvare un preset non è mai stato così semplice, basta ruotare il potenziometro bianco in altro a destra per scegliere in quale posizione salvare l'effetto e tenerlo premuto per salvarlo. Il pedale è polifonico e quindi la sua tecnologia è digitale, viene venduto con in proprio alimentatore, ma può essere alimentato con tutti quelli Boss-style, l'importante è che sia a 9V ed eroghi minimo 180 mA. Ho notato che il volume di ogni potenziometro raggiunge il livello del segnale pulito più o meno verso l'85% della loro apertura, quindi se vengono portati al massimo in realtà creano un leggero boost del segnale, caratteristica che può essere sfruttata in certe situazioni. Esiste anche una versione compatta del POG 2 chiamata Micro POG, che permette di regolare solo tre parametri: ottava bassa, ottava alta e segnale pulito.
Che dire, il POG 2 è veramente un ottimo pedale, un octaver full optional, un po' costoso ma dotato di tantissime funzioni che permettono la creazione di suoni fantastici, anche oltre al semplice concetto di ottave. Con la chitarra per esempio uno dei miei effetti preferiti è la simulazione del suono dell'organo da chiesa, veramente figo anche se si sente palesemente la sua artificialità! Per le ottave basse invece preferisco utilizzare il Digitech Whammy perchè ormai mi sono abituato al suo suono. Da parte dei bassisti vedo spesso preferire pedali analogici come il Boss OC2 Octave perché creano un suono molto diverso dai digitali, forse più naturale, e con il loro strumento non hanno necessità della polifonìa... Il digitale in confronto è ovviamente più preciso, garantendo un tracking perfetto delle note!
Voto: 4/5 - Booster di qualità
Il Fulltone Fat Boost FB1 o V1 è stato il primo Booster creato dalla Fulltone. E' un pedale molto robusto e di ottima qualità, ovviamente True Bypass e ideale non solo per chiitarra elettrica, ma anche per basso e chitarra acustica. Il suo circuito offre un incremento di volume fino a +30dB senza alterare il suonodel proprio strumento e tramite il potenziometro del drive e del tono si può rendere il segnale più grosso o distorto, aumentando anche gli armonici.
Il potenziometro Drive è un po' particolare: possiede 11 posizioni selezionabili tramite altrettanti scatti e regola il BIAS del transistor FET presente all'interno del pedale. Posizionando il potenziometro verso il basso si otterrà un suono molto chiaro e neutrale, mentre regolandolo verso l'altro si otterrà gradualmente un overdrive simile ad un vecchio amplificatore valvolare, molto corposo, con molti armonici. Utilizzando il pedale in questo senso c'è la possibilità che le frequenze alte aumentino troppo, in tal caso è stato aggiunto un piccolo potenziometro denominato Tone che avrà il compito di agire esclusivamente su di esse e scurire il suono se risulterà essere troppo squillante.
Come tutti i booster anche questo può essere utilizzato per ottenere diversi risultati in base al punto in cui viene inserito in pedaliera. Per saperne di più leggi la guida Booster: dove posizionarlo in pedaliera.
Il Fat Boost può essere alimentato tramite batteria 9 volt oppure tramite un alimentatore esterno, in quest'ultimo caso gli si può erogare qualunque corrente compresa tra i 9 e i 18 volt DC, situazione tipica per i pedali Fulltone. Più il voltaggio sarà alto, più il segnale sarà pulito, potente e ricco di armonici!
Ho acquistato questo pedale nel 2008 per poterlo sistemare dopo la sezione overdrive/distorisoni della mia pedaliera, così da poter scegliere se avere un incremento di volume per gli assoli o un aumento di gain generico agendo solo sui settaggi senza dover cambiare fisicamente la sua posizione, possibilità che l'MXR Micro Amp non poteva darmi. Col tempo ho però deciso di sostituirlo preferendo lo Xotic RC Booster, che mi dà la possibilità di agire sull'EQ in maniera più completa.
Un modo molto rapido per riconoscere le versioni del Fulltone Fat Boost è il seguente:
- Il BF1, quello trattato in questo articolo, è di colore grigio e ha 3 potenziometri: Volume Drive e Tone;
- Il BF2 è di colore rosso ed ha 4 potenziometri, di cui due dedicati al controllo del tono: Volume, Drive, Bass e Treble;
- Il BF3 è di color argento e come il precedente mantiene i suoi 4 potenziometri: Volume, Drive, Bass e Treble.
Voto: 4/5 - Un pedale particolare, che unisce l'overdrive al fuzz
Keeley ha creato un pedalino molto particolare, il Fuzz Head infatti unisce ad un potente overdrive il suono fuzz. Si potrebbero fare varie critiche riguardo la costruzione: non vi è modo di scegliere quanto miscelare i due suoni (a prevalere a mio parere è quello dell'overdrive) ed è sconomo il fatto che i controlli Tone e Gain siano interni e quindi si debba smontare il pedale per interagire con essi.
I controlli esterni sono Fuzz (distorsione) e Head (volume); quest'ultimo ha un output potentissimo: può essere tranquillamente utilizzato per boostare altri pedali o per saturare gli amplificatori valvolari. E' presente anche uno switch con cui scegliere il grado di clipping del pedale: esso seleziona quali transistor far lavorare (silicio e/o germanio). Per quel che riguarda l'interno, Keeley ha previsto la possibilità di sostituire a piacere uno specifico condensatore per aumentare o diminuire il bottom end, insieme al pedale ne vengono inclusi 3.
Il circuito è composto da un Treble boost con transistor al germanio che spinge quello che è definito un'amplificatore differenziale, un circuito che simula il comportamento di un amplificatore push pull in classe AB. Il risultato sonoro spazia quindi dal classico boost caldo e leggermente sporco ad un suono distorto e un po' fuzzeggiante gradevole e realistico, a cui si può aumentare un pò il sustain con lo switch che innesca dei diodi al germanio per il classico suono caratteristico.
Del Fuzz Head esistono varie versioni ma il circuito interno è sempre lo stesso, nel tempo infatti a cambiare è stata solo l'estetica (questo mi è stato anche confermato dal laboratiorio di Keeley tramite email). In certi settaggi il suo suono mi ricorda molto l'overdrive lead del Boss SD2 Dual Overdrive anche se stiamo parlando di due pedali completamente differenti.
In conclusione posso dire che il Fuzz Head è un pedale valido, diverso dai soliti, che può essere utilizzato per diversi scopi e che non mancherà di ispirarti nella creazione di nuovi pezzi!
Voto: 4/5 - Buffer utile per irrobustire il segnale
Il Masotti Black Box è un pedale buffer molto conosciuto e utilizzato dai chitarristi italiani e stranieri. Questo pedale va inserito in prima posizione nella catena degli effetti, subito dopo la chitarra, ed il suo compito è quello di irrobustire il segnale nativamente debole dello strumento per permettergli di passare indenne attraverso tutta la lunghezza dei jack, senza degradare o perdere le armoniche, fino a raggiungere l'amplificatore. La sua funzione è prettamente legata al segnale pulito e all'utilizzo di pedali true bypass non attivi perché, nel momento in cui attiveremo anche solo un pedale, ci penserà quest'ultimo a potenziare il segnale. E' comunque sensato utilizzarlo anche se possediamo pedali vintage e/o non true bypass perché non è detto che il segnale non degradi ancora prima di raggiungerli, considerato che il jack che utilizziamo per collegare la chitarra in media è lungo almeno 3 metri e non sempre debitamente schermato.
Ti ricordo infine che alcuni pedalini, come per esempio tutti i Boss, forniscono un piccolo buffer in uscita anche se non di ottima qualità. Io ho inserito la Black Box nella mia pedaliera da molti anni e ne sono veramente molto soddisfatto anche se continuo ad utilizzarla più per abitudine che per bisogno!
Voto: 4/5 - Ottimo booster!
L'MXR micro Amp è uno dei pedali più conosciuti della Dunlop ed è clean booster semplice e intuitivo. Possiede solo un potenziometro, quello del gain, che svolge differenti ruoli in base a dove il pedale viene posto all'interno della catena degli effetti: se lo si inserisce all'inizio della catena lo si può utilizzare come booster per gli overdrive o per le distorsioni nel caso volessimo ottenere più gain. In questa stessa posizione può anche essere utilizzato per bilanciare i differenti volumi di due chitarre che si utilizzano con la medesima amplificazione, mentre se posizionato a fine pedaliera fornisce principalmente un incremento di volume generale in base alla regolazione del potenziometro. Questo booster può anche essere utilizzato per boostare una lunga catena di pedali quando il calo di segnale dovuto alla lunghezza dei cavi inizia ad essere un problema, ma in questo caso sarebbe meglio risolvere direttamente il problema alla radice invece che aggirarlo. Per approfondire leggi la mia guida Booster: dove posizionarlo in pedaliera.
Io da vero rocker lo utilizzavo come booster per avere più sensibilità sulle distorsioni in alcuni riff o negli assoli! ;)
Attualmente non è più presente nella mia pedaliera per un semplice motivo: non so come mai ma quando lo attivo va in contrasto con il Fulltone OCD, la mia distorsione principale. Anche impostando il micro amp al minimo (e intendo con il potenziometro regolato a zero), se entrambi vengono accesi generano un incremento di volume e feedback ingestibile. Forse è una cosa che capita solo a me, comunque di fronte al dover prendere una scelta ho preferito non rinunciare alla potenza dell'OCD, e in un primo momento ho sostituito il Micro Amp con il Fulltone Fat-Boost FB1, per poi arrivare allo Xotic RC Booster, che uso tuttora.
Tra gli utilizzatori del Micro Amp: Nick Valensi, mitico chitarrista dei The Strokes!
Voto: 4/5 - Fuzz aggressivo con timbro e carattere unico, molto bello
Il Big Muff verde V7 C è uno dei più famosi Big Muff mai creati. E' stato prodotto dall'azienda Sovtek negli anni '90 e conta 3 diverse edizioni che differiscono unicamente nell'aspetto e in minima parte nel suono. Il pedale possiede i tre classici controlli di ogni fuzz: Volume Distortion e Tone.
La prima cosa che salta all'orecchio utilizzando questo pedale è la potenza e la cattiveria che possiede, il suo suono, il suo timbro e il suo carattere lo rendono un pedale unico nel suo genere. Attenzione però: questo non vuol dire che possa essere utilizzato in qualunque situazione come normale distorsore, come può invece capitare con altri fuzz più "calmi" e gestibili come per esempio il ProCo Rat; il suono del pedale verde è infatti più selvaggio e ha bisogno di essere utilizzato con particolare attenzione alle regolazioni.
Ho acquistato il Big Muff verde intorno al 2005 quando il suo prezzo era ancora accessibile sebbene il pedale fosse già fuori produzione. Decisi di comprarlo perchè molte delle band alternative locali del tempo utilizzavano il Big Muff nero e quindi questo suono ci accomunava molto. Per distinguere e caratterizzare meglio le sonorità del mio gruppo AMNéSIA scelsi allora di passare al Big Muff verde per avere più grinta e potenza, vista anche la mia caratteristica di suonare spesso fraseggi con l'aggiunta di un'ottava bassa tramite Whammy. Tra l'altro in quel periodo ascoltavo molto i Verdena e Alberto Ferrari ha sempre utilizzato questo pedale nelle sue canzoni, ribadendo in molte interviste che secondo lui se si vuole suonare la chitarra serve solo il Big Muff, e deve essere quello verde! ;)
Le sue caratteristiche principali riguardano l'avere un bottom end mostruoso e un potenziometro dei toni molto dinamico che permette veramente di regolare l'equalizzazione come preferiamo, tagliando pesantemente le frequenze che non vogliamo sentire. In confronto al Big Muff nero V8, questo ha un suono più grosso e un po' più caldo, graffiante, un po' meno dinamico e anche abbastanza pastoso, il che lo rende poco versatile. Il suo suono caratteristico può essere ascoltato in quasi tutte le sue sfumature nella canzone dei Verdena Isacco Nucleare, in particolare negli ultimi 40 secondi si può sentire la potenza che questo pedale genera nel suonare i bicordi. Nella canzone Canos invece il Big Muff accompagna per tutto il tempo la chitarra acustica ed il velo che crea in sottofondo secondo me è proprio uno dei ruoli perfetti che questo fuzz dovrebbe ricoprire all'interno della musica alternativa attuale.
Nel 2014 è stato introdotto sul mercato dalla Electro Harmonix il Bass Big Muff, che richiama esteticamente questa vecchia edizione verde. Il suo suono è veramentemolto simile a quello del pedale originale e si avvicina molto anche a quello del Big Muff nero.. dai un'occhiata alla mia recensione!
Voto: 4/5 - Fuzz molto valido, ottimo anche per basso!
Il Sovtek Big Muff V8, conosciuto come "quello nero" e più precisamente la sua seconda edizione, è stata l'ultima prodotta dall'azienda russa Sovtek e quindi non è più in commercio. E' passsato alla storia come uno dei migliori fuzz utilizzabili per basso ed è spesso presente nelle pedaliere di musicisti Indie Rock.
Al tempo era un pedale molto criticato per certi problemi legati ai potenziometri e per le sue componenti interne (economiche), non di meno il fatto che era alimentabile solo tramite batteria 9 volt. Ora invece risulta essere molto ricercato perchè per quanto siano presenti certe problematiche, il suono che riesce a generare possiede qualcosa di particolare che lo fa piacere a molti musicisti... me compreso! Giusto per fare un esempio, il bassista dei MUSE Chris Wolstenholme ne utilizza ben 3 all'interno dei suoi rack! Per approfondire dai un'occhiata all'articolo come ottenere il sound di Chris Wolstenholme.
Come tutti i Big Muff russi l'escursione timbrica che possiede è qualcosa di stupefacente e proprio per questo è idoneo ad essere utilizzato sia con la chitarra che con il basso. Il suo suono è meno sporco del suo predecessore, il Sovtek Big Muff verde militare, ma in sostanza le qualità sono le stesse.
Non spaventarti se ne hai appena acquistato uno e noti che il potenziometro del volume sembri non funzionare bene: purtroppo è normale che esso inizi ad alzare il volume in maniera decisa solo verso le ore 11:00/12:00, è un difetto presente in moltissimi di questi esemplari, ma trascurabile a mio avviso.
A me piace utilizzarlo con il Whammy quando devo suonare un riff un'ottava sotto al normale simulando il suono del basso, in questa maniera ottengo un suono molto graffiante e posso scegliere esattamente l'equalizzazione più adatta tramite il potenziometro dei toni!
Nel 2014 è stato introdotto sul mercato dalla Electro Harmonix il Bass Big Muff, che richiama esteticamente la vecchia edizione verde e propone un suono veramente molto simile a quello nero.. dai un'occhiata alla mia recensione!
Voto: 4/5 - Delay completo con tantissime possibilità
Lo Strymon Timeline é un pedale di eccelsa qualità, che permette un controllo completo su tutti i 12 tipi di delay selezionabili. I suoi 3 switch possono essere utilizzati in due modi diversi: ogni bank permette di salvare due preset indipendenti che possono essere richiamati tramite gli switch A e B, affiancati da un terzo TAP per interagire sul tempo. Il secondo metodo invece permette di utilizzare gli switch con la fuzione UP e DOWN per poter raggiungere preset lontani tra di loro mentre si sta suonando. Richiede un'alimentazione esterna 9V a 300 mA e può essere utilizzato anche in send return.
Purtroppo devo soffermarmi su alcuni "difetti" che mi impediscono di dargli il voto pieno che altrimenti si meriterebbe.. Non gli do il massimo perché ho trovato difficoltà nei settaggi, in particolare perché lo schermo possiede un'unica riga di lettere e può mostrare solo 6 caratteri alla volta, questo mi causa diversi fastidi essendoci moltissime impostazioni da poter modificare. In più per poter saltare da un bank all'altro si utilizza lo scorrere del potenziometro Value che non ha scatti, quindi non si sa esattamente il momento in cui si passerà dal preset attuale a quello successivo.
Un'altra manovra macchinosa è stata settare la risposta del delay con un tempo puntato in base a quello che si stà utilizzando, detto dotted, in modo da avere le note in arrivo di 1/2 in più di ritardo in base al tempo impostato e quindi sentirle in levare, un esempio di questa funzione si può ascoltare nella canzone strumentale di Paul Gilbert The Echo Song. Questa opzione in alcuni delay è molto semplice da rendere, per esempio nell'ottimo TC Electronic ND-1 Nova Delay questa impostazione è già prevista ed è impostabile tramite un semplice click.
Solitamente su internet la battaglia per il delay perfetto si svolge tra questo e l'Eventide TimeFactor; non ho avuto la possibilità di provare l'Eventide ma dopo aver visto innumerevoli video su youtube ho deciso di acquistare il Timeline perché mi sembrava più ricco di dinamica e più chiaro, mentre mi sembrava che il Timefactor scurisse un po' il suono. Ho inoltre scelto questo pedale perchè possiede una funzione che pochi altri possono vantare: lo Swell. Adoro questo effetto e prima di acquistare il TimeLine utilizzavo un semplice pedale del volume oppure il Boss SG-1 Slow Gear, anche se quest'ultimo non da la possibilità di settare un attack lento come piace a me. Anche il Pod 2.0 possiede la funzione Sweel ma non ha senso inserirlo in pedaliera solo per utilizzare quell'effetto. Quando ho scoperto tale funzione nel TimeLine non ci ho pensato due volte e l'ho acquistato prendendo due piccioni con una fava!
Voto: 4/5 - Distorsione molto ricca e con diverse possibilità
Il Riot è il distorsore più noto tra i pedali della produzione Suhr, azienda che in primis è conosciuta per l'ottima fattura delle loro chitarre. Questo pedalino racchiude una bellissima distorsione high gain, molto potente, preferita da molti chitarristi come alternativa all'utilizzo di un canale distorto di un amplificatore.
Ecco ad elencarvi le proprietà di costruzione di questo pedale che sono davvero molte e che ricordo non essere presenti nel Joyo US Dream, il suo clone cinese:
La più importante è la presenza di uno switch a 3 posizioni per determinare la voce della distorsione, rispettivamente una più sensibile che permette una risposta diversa in base alla potenza del tocco sulle corde, quindi molto naturale e dinamica; una voce più tendente all'high gain molto presente sui medi e una sempre high gain ma con un suono più vintage, un po' più definita. Per quel che mi riguarda la seconda posizione è quella che utilizzo più spesso.
Il pedale è True Bypass ma si distingue per il fatto che lo switch on/off è collegato ad un relè interno che gestisce appunto il passaggio del segnale. Questo sistema è stato utilizzato per implementare diversi vantaggi: se si stà utilizzando la batteria per alimentare il pedale e questa si stà scaricando, nel momento che essa non riesce più ad alimentare il pedale, questo passa in automatico in bypass, così che non si avrà un'interruzione del suono (viene comunque segnatato se la carica sta giungendo al termine); se invece si utilizza l'alimentatore e si finisce di suonare dimenticando il pedale inserito, quando esso riceverà nuovamente corrente passerà in automatico su off.
Sul retro oltre alla presa per l'alimentazione 9V possiamo trovare il connettore FX Link che consente di controllare l'on/off da remoto tramite un qualsiasi pedale apposito, similmente al concetto del midi.
A distanza di qualche anno è uscita una nuova versione di questo pedale, chiamata Riot Reloaded, con qualche modifica riguardante i potenziometri, e si dice che la causa di questa riprogettazione sia dovuta appunto all'uscita del Joyo US Dream, che ricalca quasi ottimamente il suono della voce centrale del Riot, ad un prezzo irrisorio (un quinto dell'originale).
Una piccola nota personale: non sono molto attirato dai pedalini Suhr, al contrario mi piacciono molto quelli di Keeley, soprattutto le mod!
Paragonato al Fulltone OCD, la mia distorsione preferita, lo trovo un po' meno dinamico e un po' più cupo, anche se come sound high gain siamo molto vicini.
Voto: 4/5 - Un fuzz selvaggio, molto particolare, non adatto a molti generi musicali
Il ZVEX Fuzz Factory è un fuzz che si allontana molto dal suono standard a cui si associa quel nome.. Essendo un fuzz è ovvio che in certe impostazioni si comporti come un normale distorsore, ma le sue peculiarità sono ben altre.. Se stai cercando un fuzz definitivo meglio stare alla larga da questo, compra un Big Muff, spendi un terzo e ti porterai a casa un suono standard. Questo pedale va domato! In molti settaggi risulerà ruvido e genererà un sacco di ronzii e fruscii.
Possiede vari controlli fuori dal comune, anche se alcuni richiamano nomi famigliari, come il Drive, quando si interagisce con essi non si ottiene nulla di già sentito, è uno scatolotto pieno di misteri, sarebbe uno spreco settarlo e utilizzarlo solo come normale fuzz!!
Il più famoso utilizzatore del Fuzz Factory è Matthew Bellamy dei MUSE, uno dei miei chitarristi preferiti (non a caso suono in una Tribute Band dei MUSE di nome Absolute). Personalmente ho conosciuto questo pedale proprio perchè utilizzato dal chitarrista dei MUSE. Matt se lo è fatto installare all'interno delle sue chitarre per poter interagire con i potenziometri in tempo reale e poter così generare i fischi caratteristici di questo pedale mentre suona. I suoni caratteristici di questo pedale si possono sentire all'inizio e alla fine della canzone Plug in Baby, dal vivo e in moltre altre canzoni dei MUSE.
Un pedale simile, studiato per il basso e un po' più gestibile, è il Woolly Mammoth sempre di ZVEX, mentre il suo gemello, di nuova costruzione, si chiama Fat Fuzz Factory, che differisce dall'originale solo per la presenza di uno switch a 3 posizioni che dà la possibilità di cambiare il bottom end. L'ultima creazione di casa ZVEX invece si chiama Fuzz Factory 7 con due potenzimetri in più, uno per controllare il bottom end e uno per controllare il tono, bypassabile tramite un secondo foot-switch. Quest'ultimo pedale è di dimensioni due volte superiori agli altri citati.
Caratteristica dei pedali ZVEX, e quindi anche del Fuzz Factory, è il fatto che siano dipinti a mano e se ne possano trovare alcuni unici definiti "1 di 1", a costi esorbitanti. Si è deciso però, visto che questo pedale è uno dei più venduti, di proporre una versione con box stampato, detto Vexter Series, che ne riduce della metà il prezzo e lo rende alla portata di tutti... o quasi.
Questo pedale è molto suscettibile alla posizione in cui viene posto in pedaliera, anche solo la presenta di un pedale bufferizzato prima di esso ne altera il suono in negativo, togliendo dinamicità, aumentando i bassi e i fischi e tagliando gli alti. L'unica soluzione a questo problema sembra essere quello di utilizzarlo per primo in cascata, subito dopo la chitarra, oppure di porgli davanti solamente pedali true bypass.
Per me è stato di ottima ispirazione, lo utilizzo tuttora per creare suoni particolari, mi piace molto e viste le sue dimensioni un posticino in pedaliera glielo si trova sempre!