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Big Muff - Tutte le versioni

Il Big Muff nasce negli anni sessanta e fino ad oggi conta più di una dozzina di versioni, in più ognuna di esse nel periodo del suo sviluppo è stata modificata "in meglio" e questo fa sì che per ogni versione ve ne siano 2 o 3 edizioni che si discostano dalla precedente per singoli componenti sostituiti nel circuito stampato oppure per il colore della vernice, per la forma del box, ecc..
Negli anni novanta, fino all'anno 2009 è iniziata una produzione alternativa in Russia, da parte dell'azienda Sovtek, del Big Muff che è diventato il preferito dei bassisti per il suo sound che si discosta un po' da quello americano. Per fare un esempio, il bassista dei MUSE, Chris Wolstenholme, nel suo rack live utilizza ben 3 Big Muff V8 seconda edizione!

V1 Big Muff V1 - Triangle
Big Muff V2 Ram's Head Big Muff V2 - Ram's Head
Big Muff V3 Big Muff V3 (soon)
Big Muff V4 Op-Amp Big Muff V4 - Op-Amp (soon)
Big Muff V5 Op-Amp Tone Bypass Big Muff V5 - Op-Amp Tone Bypass (soon)
Big Muff V6 Reverse Logo Big Muff V6 - Reverse Logo (soon)
Big Muff V7 Civil War grigio e verde Big Muff V7 - Sovtek Civil War grigio e verde
Big Muff V7a Civil War grigio e blu

Big Muff V7 A - Sovtek Civil War grigio e blu

Big Muff V7b Civil War verde e nero Big Muff V7 B - Sovtek Russian Civil War verde e nero (soon)
Big Muff V7c Green Russian Big Muff V7 C - Sovtek Green Russian
Big Muff V7d Black Russian Big Box Big Muff V7 D - Sovtek Black Russian con box grande
Big Muff V8 Black Russian Small Box Big Muff V8 - Sovtek Black Russian con box piccolo
Big Muff V9 Reissue Big Muff V9 - Reissue (soon)

Big Muff V2 - Ram's Head

Periodo: 1972 - 1977
Edizioni: 3

True bypass: no
Alimentazione: batteria a 9V, oppure adattatore con presa da 9V come quelli della 1Spot o altri.
Scatola in cartone
Made in USA

Bisogna premettere che in questa versione del Big Muff raggrupperemo le edizioni in 3 grandi categorie, ma che in realtà dovrebbero essere molte di più perché nel tempo sono stati sostituiti vari componenti interni e quindi molti Big Muff della stessa edizione potrebbero suonare in maniera totalmente differente. Le varianti più conosciute sono la "47", chiamata così per l'utilizzo di condensatori siglati 47µF, .047µF, e 470pF e resistenze da 470k. Questa variante sarà poi seguita dalla "73". La variante del circuito "Violet" forse è quella più comune. Altre varianti sono la "White Can" e la  "White box cap".

Prima edizione: La faccina disegnata in basso a destra è quadrata ed è presente solo la scritta "on" al centro sopra il potenziometro del tono.

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Seconda edizione: La faccina disegnata in basso a destra è rotonda ed è presente solo la scritta "on" al centro sopra il potenziometro del tono. Di questa edizione fanno parte anche i V2 Violet, ovvero Big Muff con le scritte di un unico colore anziché in rosso e nero come di solito. I colori con cui si possono trovare i Violet sono rosso, blu, nero e ovviamente viola. Nelle versioni più recenti è stata introdotta la scritta "off" sopra il potenziometro del tono.

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Terza edizione: La faccina disegnata in basso a destra è quadrata e sono presenti entrambe le scritte "on" e "off" al centro sopra il potenziometro del tono.

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Recensione del pedale Electro Harmonix Bass Big Muff

Voto: 3/5* - Buon fuzz, molto simile ai vecchi modelli russi

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Il Bass Big Muff è una delle nuove edizioni del pedale fuzz più famoso della Electro Harmonix, e finalmente posso dire che questa versione è degna di portare il nome "Big Muff"!!
Il suono di questo pedale è basato sui vecchi modelli russi, esso infatti si avvicina particolarmente al suono del Sovtek Big Muff V8 nero, sebbene il suo colore sia verde, mossa strategica per ricordare il Sovtek Big Muff V7 C verde militare, prodotto in russia negli anni novanta e ancora oggi ricercatissimo. Il fuzz che genera è molto selvaggio e graffiante, anche se devo ammettere che mi piace un po' meno in confronto ai suoi predecessori della Sovtek. Il potenziometro dei toni garantisce una vasta gamma di frequenze e quello del sustain dona moltissima distorsione. Sebbene sia stato progettato per basso, suona egregiamente anche con la chitarra ed è alimentabile tramite batteria o tramite alimentatore esterno 9V DC.
Il Bass Big Muff possiede un'uscita jack aggiuntiva chiamata Dry Out che permette di far uscire separatamente il segnale non processato. Possiede inoltre uno switch a tre posizioni: Norm, Bass Boost e Dry. La modalità Bass Boost potenzia la risposta dei bassi e a mio parere non è un granché, mentre la modalità Dry permette di miscelare al fuzz il segnale pulito dello strumento che si sta utilizzando, senza però poter regolare il suo volume. Ne consegue che per avere un buon risultato sonoro, il volume del segnale pulito dovrà essere regolato attentamente dall'amplificatore per far sì che non sovrasti il fuzz oppure, viceversa, che non venga soffocato dall'effetto.. un po' scomodo!!

Le sostanziali differenze dai modelli russi sono le seguenti:

  • pesa meno ed è molto piccolo;
  • è possibile alimentarlo tramite alimentatore esterno;
  • il potenziometro dei toni è un po' meno dinamico;
  • possiede più medi e meno bassi;
  • con la chitarra è un po' più squillante;
  • uscita dry out e switch a 3 posizioni.

A mio parere il Bass Big Muff risulta essere un valido fuzz di nuova generazione, economico e performante, e se decidessimo di abbinarlo a un buon equalizzatore, per esempio all'Empress ParaEq oppure al WMD Parametric EQ, il suo suono migliorerebbe ulteriormente, tanto da meritarsi un voto di 4/5*!
Nel 2014 è stata presentata la sua versione più compatta, chiamata Nano Bass Big Muff, identica nel suono ma senza la modalità Dry e senza uscita Dry Out.
Il Bass Big Muff è ideale per chi non vuole spendere troppi soldi e tempo nella ricerca di una delle versioni russe dei Big Muff fuori produzione; i chitarristi e bassisti che suonano musica Alternative saranno invece attratti da questo suono feroce che non macherà di ispirare la loro creatività!

Recensione del pedale Electro Harmonix Big Muff PI V9 Reissue

Voto: 2/5 - Un fuzz molto freddo

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L'Electro Harmonix Big Muff PI V9 Reissue è probabilmente il peggior fuzz ancora prodotto dalla EH. La casa di produzione ha voluto ricalcare lo stile estetico dei vecchi Big Muff come il V3, il V4 e il V5 proponendo però un suono veramente lontano dai suoi predecessori, questo a causa della sostituzione negli anni di tutti i componenti interni con quelli "più moderni" e meno costosi che ne alterano il suono e lo rendono freddo, anonimo, nulla a che vedere con quello che lo rese famoso molti anni fa. Questa versione è identificabile semplicemente dalla presenza del led On/Off tra il volume e il tono.
Un test che ho effettuato personalmente è stato collegare in serie quasi tutti i vecchi Big Muff americani nelle loro varie versioni (ad eccezione del V1 e V2), per sentire in rapida successione le differenze timbriche di ognuno ed il risultato è stato che, partendo dal più vecchio e arrivando al più giovane, il suono ed il timbro perdono mano a mano di spessore e in particolare il suono diventa sempre più freddo e inespressivo. I Big Muff russi prodotti dalla Sovtek sono invece un discorso a parte.

Il Big Muff PI V9 è stato uno dei primi fuzz da me acquistati ma ricordo che mi bastò entrare in possesso di un Big Muff russo V8 per abbandonare quasi subito l'americano. Ricominciai ad utilizzarlo per un breve periodo nel 2010 quando iniziai a suonare in un progetto elettronico ma anche in quel caso smisi presto di tenerlo in pedaliera.
In conclusione, a mio parere questa versione del Big Muff non possiede più nulla del suono che lo rese famoso in passato, ed il suo peggior difetto è sicuramente la freddezza. Trovo migliori altri Big Muff attualmente in produzione, in particolare il Bass Big Muff e il Nano Bass Big Muff, che si comportano bene sia con la chitarra che con il basso.

Recensione del pedale Electro Harmonix Nano Bass Big Muff

Voto: 3/5* - Buon fuzz molto simile ai vecchi modelli russi

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Il Nano Bass Big Muff è la versione compatta del pedale Bass Big Muff della Electro Harmonix, ed è stato commercializzato verso metà 2014. Il suono dei due pedali è identico, quindi copio in parte la descrizione che ho scritto nell'articolo dedicato al Bass Big Muff:
"Il suono di questo pedale è basato sui vecchi modelli russi, esso infatti si avvicina particolarmente al suono del Sovtek Big Muff V8 nero, sebbene il suo colore sia verde, mossa strategica per ricordare il Sovtek Big Muff V7 C verde militare, prodotto in russia negli anni novanta e ancora oggi ricercatissimo. Il fuzz che genera è molto selvaggio e graffiante, anche se devo ammettere che mi piace un po' meno in confronto ai suoi predecessori della Sovtek. Il potenziometro dei toni garantisce una vasta gamma di frequenze e quello del sustain dona moltissima distorsione. Sebbene sia stato progettato per basso, suona egregiamente anche con la chitarra ed è alimentabile tramite batteria o tramite alimentatore esterno 9V DC. Per ottenere il massimo dal Bass Big Muff bisognerebbe abbinarlo ad un buon equalizzatore, per esempio all'Empress ParaEq oppure al WMD Parametric EQ, in tal caso il suono migliorerebbe in maniera ottimale, tanto da meritarsi ilvoto 4/5*!"

Le sostanziali differenze dai modelli russi sono le seguenti:

  • pesa meno ed è molto piccolo;
  • è possibile alimentarlo tramite alimentatore esterno;
  • il potenziometro dei toni è un po' meno dinamico;
  • possiede più medi e meno bassi;
  • con la chitarra è un po' più squillante;
  • switch per aggiungere il segnale pulito al fuzz.

In confronto al Bass Big Muff, questo non possiede l'uscita Dry Out e lo switch frontale è solo a due posizioni: Norm e Dry (senza Bass Boost). "La modalità Dry permette di miscelare al fuzz il segnale pulito dello strumento che si sta utilizzando, senza però poter regolare il suo volume. Ne consegue che per avere un buon risultato sonoro, il volume del segnale pulito dovrà essere regolato attentamente dall'amplificatore per far sì che non sovrasti il fuzz oppure, viceversa, che non venga soffocato dall'effetto.. un po' scomodo!!"
Sinceramente mi piace molto di più il Bass Big Muff, sia per l'estetica che per le piccole funzionalità in più! Il suono invece rimane lo stesso, graffiante e a tratti ingestibile fuzz tipico delle edizioni russe! Consiglio la versione Nano solo in caso di esigenze estreme legate allo spazio ridotto in pedaliera.

Recensione del pedale Ibanez Standard Fuzz

Voto: 5/5 - Due timbri diversi di fuzz, di cui uno molto tagliente!

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L'Ibanez Standard Fuzz è un fuzz degli anni 60/70 molto ricercato, con un circuito interno molto semplice ed un look affascinante!
Sebbene sia di grandi dimensioni possiede solo due potenziometri e due switch. I potenziometri sono lineari (gran figata!) e sono rispettivamente il Balance, che regola il volume, e il Fuzz Depth che controlla il gain. In realtà il Fuzz Depth non è particolarmente efficace sul controllo della saturazione: regola un po' l'intensità del fuzz ma sembra che modifichi di più il volume che il gain.
I due switch sono il Fuzz On e il Tone Change. Il primo accende e spegne il pedale mentre il secondo fornisce al suono due diverse equalizzazioni, la prima abbastanza classica mentre la seconda molto più potente e piatta, potenziando a dismisura i medi.. molto affascinante anche se un po' zanzarosa, priva di molte frequenze e molto compressa. Il circuito nella sua semplicità di realizzazione sembra essere un po' rumoroso ma comunque si tratta di un fuzz e quindi già di suo deve fare molto rumore, di conseguenza può essere un fattore trascurabile. Utilizza un sistema di collegamento che lo rende molto vicino ad essere True Bypass, può essere alimentato solo tramite pila da 9V ed è ottimo sia con chitarra che con basso. In molti si lamentano del fatto che questo pedale sembra avere un volume d'uscita debole in confronto ai pedali attuali, ed anche io ho riscontrato questa anomalia.
Di questo pedale esistono diverse versioni costruite da altre marche, tutte dello stesso periodo dell'Ibanez, con lo stesso circuito interno e la stessa estetica. Alcuni esempi sono l'Antoria Fuzz Machine e il Mica Fuzz Machine.

Personalmente adoro lo Standard Fuzz per la potenza che riesce ad emanare in una delle sue due voci e per questo l'ho inserito nella lista dei migliori fuzz per chitarra e basso in commercio. E' però di dimensioni troppo grandi quindi ho fatto qualche ricerca e sono riuscito a trovare un ottimo clone di dimensioni di un normale pedalino e così ho potuto inserirlo tranquillamente in pedaliera! Se ne hai occasione, provalo.. ne rimarrai sicuramente colpito! Poi.. i gusti sono gusti!! ;)

Recensione del pedale Keeley Fuzz Head

 Voto: 4/5 - Un pedale particolare, che unisce l'overdrive al fuzz

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Keeley ha creato un pedalino molto particolare, il Fuzz Head infatti unisce ad un potente overdrive il suono fuzz. Si potrebbero fare varie critiche riguardo la costruzione: non vi è modo di scegliere quanto miscelare i due suoni (a prevalere a mio parere è quello dell'overdrive) ed è sconomo il fatto che i controlli Tone e Gain siano interni e quindi si debba smontare il pedale per interagire con essi.
I controlli esterni sono Fuzz (distorsione) e Head (volume); quest'ultimo ha un output potentissimo: può essere tranquillamente utilizzato per boostare altri pedali o per saturare gli amplificatori valvolari. E' presente anche uno switch con cui scegliere il grado di clipping del pedale: esso seleziona quali transistor far lavorare (silicio e/o germanio). Per quel che riguarda l'interno, Keeley ha previsto la possibilità di sostituire a piacere uno specifico condensatore per aumentare o diminuire il bottom end, insieme al pedale ne vengono inclusi 3.

Il circuito è composto da un Treble boost con transistor al germanio che spinge quello che è definito un'amplificatore differenziale, un circuito che simula il comportamento di un amplificatore push pull in classe AB. Il risultato sonoro spazia quindi dal classico boost caldo e leggermente sporco ad un suono distorto e un po' fuzzeggiante gradevole e realistico, a cui si può aumentare un pò il sustain con lo switch che innesca dei diodi al germanio per il classico suono caratteristico.
Del Fuzz Head esistono varie versioni ma il circuito interno è sempre lo stesso, nel tempo infatti a cambiare è stata solo l'estetica (questo mi è stato anche confermato dal laboratiorio di Keeley tramite email). In certi settaggi il suo suono mi ricorda molto l'overdrive lead del Boss SD2 Dual Overdrive anche se stiamo parlando di due pedali completamente differenti.

In conclusione posso dire che il Fuzz Head è un pedale valido, diverso dai soliti, che può essere utilizzato per diversi scopi e che non mancherà di ispirarti nella creazione di nuovi pezzi!

Recensione del pedale MXR Blue Box

Voto: 2/5 - Fuzz e octaver non troppo convincente

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L'MXR Blue Box è un pedale fuzz che aggiunge alla nota che si sta suonando la sua doppia ottava bassa. Il potenziometro Output agisce sul volume e in molti su internet si lamentano per il fatto che fornisce meno volume in confronto agli altri pedali. Il potenziometro Blend invece regola la presenza dell'ottava bassa sul fuzz.
Il Blue Box risulta molto semplice da utilizzare ma sebbene l'idea di fondo sia molto interessante, il suono di questo pedale non è un granché. Il fuzz risulta essere molto compresso e quindi privo di dinamica, mentre il tracking delle note per creare la doppia ottava bassa non sembra essere dei migliori, genera infatti molti "sfarfallamenti". Mentre lo si utilizza per suonare dei riff a nota singola sembra quasi di ascoltare una melodia monofonica tipica dei videogiochi anni 90, particolarità che potrebbe anche essere utilizzata positivamente.
Durante il making of dell'album The Resistance, Matthew Bellamy, chitarrista dei MUSE, ha provato ad inserrie questo effetto nel riff principale della canzone MK Ultra (minuto 0.46), per poi scartarlo.
Per ottenere un effetto simile al Blue Box si potrebbe utilizzare un semplice fuzz e farlo passare attraverso un Electro Harmonix POG2 o anche un Digitech Whammy.

Recensione del pedale Sovtek Big Muff V7 verde militare russian

Voto: 4/5 - Fuzz aggressivo con timbro e carattere unico, molto bello

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Il Big Muff verde V7 C è uno dei più famosi Big Muff mai creati. E' stato prodotto dall'azienda Sovtek negli anni '90 e conta 3 diverse edizioni che differiscono unicamente nell'aspetto e in minima parte nel suono. Il pedale possiede i tre classici controlli di ogni fuzz: Volume Distortion e Tone.
La prima cosa che salta all'orecchio utilizzando questo pedale è la potenza e la cattiveria che possiede, il suo suono, il suo timbro e il suo carattere lo rendono un pedale unico nel suo genere. Attenzione però: questo non vuol dire che possa essere utilizzato in qualunque situazione come normale distorsore, come può invece capitare con altri fuzz più "calmi" e gestibili come per esempio il ProCo Rat; il suono del pedale verde è infatti più selvaggio e ha bisogno di essere utilizzato con particolare attenzione alle regolazioni.

Ho acquistato il Big Muff verde intorno al 2005 quando il suo prezzo era ancora accessibile sebbene il pedale fosse già fuori produzione. Decisi di comprarlo perchè molte delle band alternative locali del tempo utilizzavano il Big Muff nero e quindi questo suono ci accomunava molto. Per distinguere e caratterizzare meglio le sonorità del mio gruppo AMNéSIA scelsi allora di passare al Big Muff verde per avere più grinta e potenza, vista anche la mia caratteristica di suonare spesso fraseggi con l'aggiunta di un'ottava bassa tramite Whammy. Tra l'altro in quel periodo ascoltavo molto i Verdena e Alberto Ferrari ha sempre utilizzato questo pedale nelle sue canzoni, ribadendo in molte interviste che secondo lui se si vuole suonare la chitarra serve solo il Big Muff, e deve essere quello verde! ;)

Le sue caratteristiche principali riguardano l'avere un bottom end mostruoso e un potenziometro dei toni molto dinamico che permette veramente di regolare l'equalizzazione come preferiamo, tagliando pesantemente le frequenze che non vogliamo sentire. In confronto al Big Muff nero V8, questo ha un suono più grosso e un po' più caldo, graffiante, un po' meno dinamico e anche abbastanza pastoso, il che lo rende poco versatile. Il suo suono caratteristico può essere ascoltato in quasi tutte le sue sfumature nella canzone dei Verdena Isacco Nucleare, in particolare negli ultimi 40 secondi si può sentire la potenza che questo pedale genera nel suonare i bicordi. Nella canzone Canos invece il Big Muff accompagna per tutto il tempo la chitarra acustica ed il velo che crea in sottofondo secondo me è proprio uno dei ruoli perfetti che questo fuzz dovrebbe ricoprire all'interno della musica alternativa attuale.

Nel 2014 è stato introdotto sul mercato dalla Electro Harmonix il Bass Big Muff, che richiama esteticamente questa vecchia edizione verde. Il suo suono è veramentemolto simile a quello del pedale originale e si avvicina molto anche a quello del Big Muff nero.. dai un'occhiata alla mia recensione!

Recensione del pedale Sovtek Big Muff V8 nero russian

Voto: 4/5 - Fuzz molto valido, ottimo anche per basso!

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Il Sovtek Big Muff V8, conosciuto come "quello nero" e più precisamente la sua seconda edizione, è stata l'ultima prodotta dall'azienda russa Sovtek e quindi non è più in commercio. E' passsato alla storia come uno dei migliori fuzz utilizzabili per basso ed è spesso presente nelle pedaliere di musicisti Indie Rock.
Al tempo era un pedale molto criticato per certi problemi legati ai potenziometri e per le sue componenti interne (economiche), non di meno il fatto che era alimentabile solo tramite batteria 9 volt. Ora invece risulta essere molto ricercato perchè per quanto siano presenti certe problematiche, il suono che riesce a generare possiede qualcosa di particolare che lo fa piacere a molti musicisti... me compreso! Giusto per fare un esempio, il bassista dei MUSE Chris Wolstenholme ne utilizza ben 3 all'interno dei suoi rack! Per approfondire dai un'occhiata all'articolo come ottenere il sound di Chris Wolstenholme.
Come tutti i Big Muff russi l'escursione timbrica che possiede è qualcosa di stupefacente e proprio per questo è idoneo ad essere utilizzato sia con la chitarra che con il basso. Il suo suono è meno sporco del suo predecessore, il Sovtek Big Muff verde militare, ma in sostanza le qualità sono le stesse.
Non spaventarti se ne hai appena acquistato uno e noti che il potenziometro del volume sembri non funzionare bene: purtroppo è normale che esso inizi ad alzare il volume in maniera decisa solo verso le ore 11:00/12:00, è un difetto presente in moltissimi di questi esemplari, ma trascurabile a mio avviso.
A me piace utilizzarlo con il Whammy quando devo suonare un riff un'ottava sotto al normale simulando il suono del basso, in questa maniera ottengo un suono molto graffiante e posso scegliere esattamente l'equalizzazione più adatta tramite il potenziometro dei toni!

Nel 2014 è stato introdotto sul mercato dalla Electro Harmonix il Bass Big Muff, che richiama esteticamente la vecchia edizione verde e propone un suono veramente molto simile a quello nero.. dai un'occhiata alla mia recensione!

Recensione del pedale ZVEX Fuzz Factory

Voto: 4/5 - Un fuzz selvaggio, molto particolare, non adatto a molti generi musicali

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Il ZVEX Fuzz Factory è un fuzz che si allontana molto dal suono standard a cui si associa quel nome.. Essendo un fuzz è ovvio che in certe impostazioni si comporti come un normale distorsore, ma le sue peculiarità sono ben altre.. Se stai cercando un fuzz definitivo meglio stare alla larga da questo, compra un Big Muff, spendi un terzo e ti porterai a casa un suono standard. Questo pedale va domato! In molti settaggi risulerà ruvido e genererà un sacco di ronzii e fruscii.
Possiede vari controlli fuori dal comune, anche se alcuni richiamano nomi famigliari, come il Drive, quando si interagisce con essi non si ottiene nulla di già sentito, è uno scatolotto pieno di misteri, sarebbe uno spreco settarlo e utilizzarlo solo come normale fuzz!!

Il più famoso utilizzatore del Fuzz Factory è Matthew Bellamy dei MUSE, uno dei miei chitarristi preferiti (non a caso suono in una Tribute Band dei MUSE di nome Absolute). Personalmente ho conosciuto questo pedale proprio perchè utilizzato dal chitarrista dei MUSE. Matt se lo è fatto installare all'interno delle sue chitarre per poter interagire con i potenziometri in tempo reale e poter così generare i fischi caratteristici di questo pedale mentre suona. I suoni caratteristici di questo pedale si possono sentire all'inizio e alla fine della canzone Plug in Baby, dal vivo e in moltre altre canzoni dei MUSE.
Un pedale simile, studiato per il basso e un po' più gestibile, è il Woolly Mammoth sempre di ZVEX, mentre il suo gemello, di nuova costruzione, si chiama Fat Fuzz Factory, che differisce dall'originale solo per la presenza di uno switch a 3 posizioni che dà la possibilità di cambiare il bottom end. L'ultima creazione di casa ZVEX invece si chiama Fuzz Factory 7 con due potenzimetri in più, uno per controllare il bottom end e uno per controllare il tono, bypassabile tramite un secondo foot-switch. Quest'ultimo pedale è di dimensioni due volte superiori agli altri citati.
Caratteristica dei pedali ZVEX, e quindi anche del Fuzz Factory, è il fatto che siano dipinti a mano e se ne possano trovare alcuni unici definiti "1 di 1", a costi esorbitanti. Si è deciso però, visto che questo pedale è uno dei più venduti, di proporre una versione con box stampato, detto Vexter Series, che ne riduce della metà il prezzo e lo rende alla portata di tutti... o quasi.

Questo pedale è molto suscettibile alla posizione in cui viene posto in pedaliera, anche solo la presenta di un pedale bufferizzato prima di esso ne altera il suono in negativo, togliendo dinamicità, aumentando i bassi e i fischi e tagliando gli alti. L'unica soluzione a questo problema sembra essere quello di utilizzarlo per primo in cascata, subito dopo la chitarra, oppure di porgli davanti solamente pedali true bypass.
Per me è stato di ottima ispirazione, lo utilizzo tuttora per creare suoni particolari, mi piace molto e viste le sue dimensioni un posticino in pedaliera glielo si trova sempre!

Recensione del pedale ZVEX Woolly Mammoth

Voto: 3/5 - Fuzz dal suono unico ma difficile da gestire

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Il Zvex Woolly Mammoth è stato uno dei primi pedali creati dall'americano Zachary Vex, questo in particolare deriva da una variazione del circuito del famosissimo Fuzz Face, rendendolo più aggressivo e molto meno domabile. Possiede 4 controlli, di cui alcuni molto particolari. Dall'Output si regola il volume dell'effetto e da Eq si agisce sull'equalizzazione. Con il controllo Pinch iniziano le funzioni interessanti, infatti con questo potenziometro si modifica la forma d'onda del suono, quindi la sua struttura armonica, proprio come in un sintetizzatore. Questo controllo funge anche da Gate. Infine il Wool aumenta e diminuisce lo spessore della nota.
Il suono del Woolly Mammoth si avvicina davvero molto a quello di un synth e le sue dimensioni contenute lo rendono molto pratico permettendogli di essere inserito senza difficoltà in pedaliera. L'unica pecca che accomuna tutti i pedali ZVEX è il fatto di essere stati creati in posizione orizzontale, nulla però impedisce di posizionarli in verticale quando inseriti in pedaliera... o anche in diagonale! ;)

Il circuito del Mammoth è stato creato per funzionare in modo ottimale con segnali passivi, quindi se vuoi utilizzare una chitarra o un basso con pickup attivi (che hannno bisogno della batteria a 9 Volt per funzionare) il suono sarà molto diverso dall'originale, più cupo e meno dinamico. Può essere alimentato sia tramite batteria che tramite alimentatore esterno a 9V DC ed il suo consumo dovrebbe essere intorno ai 4mA.
Come tutti i pedali ZVEX anche questo è dipinto a mano, caratteristica che lo rende molto costoso. Esistono però molti cloni Made in Italy a prezzi onesti, il bassista del mio gruppo ABSOLUTE - MUSE Tribute Band ed io ci siamo trovati particolarmente bene con quello realizzato da FT Elettronica.

Il Woolly Mammoth è un pedale stupendo ma possiede un suono difficile da inserire in molti contesti musicali, in più presenta lacune dovute alla natura del suono, può capitare infatti di avvertire differenze di volume tra una nota e l'altra mentre si sta suonando, è bene quindi utilizzarlo sempre abbinato ad un compressore. Come per il Fuzz Factory, anche con questo pedale bisogna provare molti settaggi prima di trovare quello giusto per il proprio strumento e serve del tempo per poter imparare ad utilizzarlo al meglio. Detto questo, il Mammoth è uno dei pedali che hanno reso unico il sound del bassista dei MUSE, Chris Wolstenholme, che lo utilizza ormai da più di 10 anni!

Versioni del Big Muff V1 Triangle

Periodo: 1969 - 1973
Edizioni: 2

True bypass: no
Alimentazione: batteria a 9V, oppure adattatore con presa da 9V come quelli della 1Spot o altri.
Scatola in cartone
Made in USA

Prima edizione: Box metallico con 3 Potenziometri disposti a triangolo. All'interno non vi è un circuito stampato: i componenti sono stati saldati sopra una tavola perforata. Una rarità!

Big Muff V1 Triangle Big Muff V1 Triangle

Big Muff V1 Triangle

Big Muff V1 Triangle

 

Seconda edizione: Nella seconda edizione è stato introdotto uno switch ON/OFF sopra il potenziometro del volume, in alto a sinistra. Sostituita la tavola perforata con circuito stampato saldato a mano.
Questo è il Big Muff V1 più conosciuto e diffuso, inoltre si può trovare con diversi tipi di pomelli, sempre originali. Il colore del circuito può variare, dal marroncino al blu/azzurro.

Big Muff V1 Triangle Big Muff V1 Triangle

Big Muff V1 Triangle

Big Muff V1 Triangle

Big Muff V1 Triangle

Versioni del Big Muff V7 A Sovtek Civil War grigio e blu

Periodo: circa dal 1991 al 1993
Edizioni: 1

True Bypass: no
Alimentazione: batteria a 9V, oppure adattatore con presa da 9V come quelli della 1Spot o altri.
Scatola in legno
Made in Russia

Grigio blu nella parte superiore, mentre nella parte inferiore è colorata di azzurro/grigio. Box molto simile a quello che verrà utilizzato per le due versioni successive.

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Versioni del Big Muff V7 C Sovtek Green Russian

Periodo: circa dal 1994 al 2000
Edizioni: 3

True Bypass: no
Alimentazione: batteria a 9V, oppure adattatore con presa da 9V come quelli della 1Spot o altri.
Scatola in legno
Made in Russia


Prima edizione: ha un box in metallo con ai lati un solco in rilievo, la scritta "Big Muff" è scritta con cartteri allungati (tall font), piedini rettangolari. Le prime versioni hanno inoltre i pomelli dei potenziometri grigi. I potenziometri interni hanno la parte superiore (quella da cui escono i i connettori per i fili di corrente) di colore verde.
Purtroppo per questa edizione fu utilizzata una vernice non molto buona, e quasi tutti gli esemplari col tempo si sono deteriorati più delle successive varianti.

Sovtek Russian Big Muff Green V1 Sovtek Russian Big Muff Green V1

Sovtek Russian Big Muff Green V1

Sovtek Russian Big Muff Green V1

Sovtek Russian Big Muff Green V1

Sovtek Russian Big Muff Green V1

 

Seconda edizione: ha caratteri diversi dalla prima (bubble font) ma stesso box di metallo con solco laterale. Pomelli dei potenziometri neri stile "bottoni", sportellino per la batteria in plastica e piedini rettangolari. All'interno i potenziometri ora sono totalmente metallici. Per approfondire leggi l'articolo che ho scritto sul Big Muff verde militare seconda edizione!

Sovtek Russian Big Muff Green V2 Sovtek Russian Big Muff Green V2

Sovtek Russian Big Muff Green V2

Sovtek Russian Big Muff Green V2

Sovtek Russian Big Muff Green V2

Sovtek Russian Big Muff Green V2

 
 
 
Terza edizione: box in metallo più leggero e senza solchi laterali, sei viti (due in più dei precedenti), sportellino della batteria in metallo, piedini rotondi.
 
Sovtek Russian Big Muff Green V3 Sovtek Russian Big Muff Green V3

Sovtek Russian Big Muff Green V3
Sovtek Russian Big Muff Green V3

Sovtek Russian Big Muff Green V3
Sovtek Russian Big Muff Green V3

Versioni del Big Muff V7 D Sovtek Black Russian

Periodo: circa dal 1998 al 2000
Edizioni: 2

True Bypass: no
Alimentazione: batteria a 9V, oppure adattatore con presa da 9V come quelli della 1Spot o altri.
Scatola in legno
Made in Russia


Prima edizione: ha lo stesso box in metallo del modello Green terza edizione ma ovviamente verniciata di nero, sei viti, sportellino per batteria rotondo. Mantiene la scritta del predecessore (bubble font).

Sovtek Russian Big Muff Black V1 Sovtek Russian Big Muff Black V1

Sovtek Russian Big Muff Black V1
Sovtek Russian Big Muff Black V1

 

Seconda edizione: mantiene lo stesso box ma con caratteri diversi dalla prima versione. Caratteri più moderni che troveremo in tutte le edizioni seguenti e con il simbolo π posizinato sotto la scritta Big Muff anzichè di fianco.

Sovtek Russian Big Muff Black V2 Sovtek Russian Big Muff Black V2

Sovtek Russian Big Muff Black V2

Sovtek Russian Big Muff Black V2

Sovtek Russian Big Muff Black V2

Sovtek Russian Big Muff Black V2

Versioni del Big Muff V7 Sovtek Civil War grigio e verde

Periodo: circa dal 1993 al 1994
Edizioni: 1

True Bypass: no
Alimentazione: batteria a 9V, oppure adattatore con presa da 9V come quelli della 1Spot o altri.
Scatola in legno
Made in Russia

Grigio blu nella parte superiore, ma distinguibile per la parte inferiore verniciata in verde. Il case sarà lo stesso utilizzato poi nella prima generazione della V7 B e V7 C Green, con la differenza che sarà totalmente verniciato di verde ed avrà un solco orizzontale nei lati.

 

Sovtek Russian Big Muff Civil War V7 Sovtek Russian Big Muff Civil War V7

Sovtek Russian Big Muff Civil War V7

Sovtek Russian Big Muff Civil War V7

Versioni del Big Muff V8 Sovtek Black Russian

Periodo: circa dal 1999 al 2009
Edizioni: 2

True Bypass: prima edizione no, seconda edizione si
Alimentazione: batteria a 9V, oppure adattatore con presa da 9V come quelli della 1Spot o altri.
Scatola in legno per entrambi, ma verso l'anno 2005 viene sostituita con una di cartone
Made in Russia


Prima edizione: il box è diverso dal precedente, più basso e leggero, mantiene le 6 viti e le scritte gialle su corpo nero. Quattro piedini in gomma rotondi e sportellino per la batteria in metallo. E' l'ultimo pedale della Sovtek a non essere true bypass. Solitamente questo pedale ha una vernice lucida. Da notare che questa versione del Big Muff presenta un "problema" al potenziometro del volume, che inizia a lavorare più o meno da ore 11 in poi, quindi verso il 40% della sua apertura. Da 0 fino al 40% il suono è debolissimo.

Big Muff V8 Black Russian box piccolo prima edizione Big Muff V8 Black Russian box piccolo prima edizione

Big Muff V8 Black Russian box piccolo prima edizione

Big Muff V8 Black Russian box piccolo prima edizione

Big Muff V8 Black Russian box piccolo prima edizione

Big Muff V8 Black Russian box piccolo prima edizione

 

Seconda edizione: il box è diverso dal precedente e passa a 4 viti, risulta inoltre molto più leggero e ha una vernice opaca. Quattro piedini in gomma rotondi e sportellino per la batteria in metallo. True Bypass. Inizialmente veniva venduto con scatola in legno mentre in seguito questa venne sostituita da una più economica in cartone. Le prime edizioni presentano una scritta gialla un po' più scura delle successive. Stesso problema dell'edizione precedente legato al potenziometro del volume: in questa edizione è ancora più marcato il deficit del suono fino al 40% della sua apertura, mentre dal 40 al 50% vi è un'escursione volumetrica molto incidente e a volte poco gestibile.

Con questo pedale si conclude l'avventura della Sovtek nella costruzione del Big Muff. Tutte le sue produzioni sono ormai diventate pezzi da collezione, inclusi questi due ultimi pedali, molto criticati nel periodo di produzione e ora molto ricercati dai chitarristi ma soprattutto dai bassisti, che hanno trovato in esso un ottimo fuzz capace di esaltare il suono del basso come pochi altri riescono a fare, con un suono inimitabile. Ricordiamo inoltre che proprio quest'ultima versione viene attualmente usata dal bassista dei MUSE Chris Wolstenholme in triplice coppia!

Big Muff V8 Black Russian box piccolo seconda edizione Big Muff V8 Black Russian box piccolo seconda edizione

Big Muff V8 Black Russian box piccolo seconda edizione

Big Muff V8 Black Russian box piccolo seconda edizione

Big Muff V8 Black Russian box piccolo seconda edizione

Big Muff V8 Black Russian box piccolo seconda edizione